giovedì 24 gennaio 2008

Ama (Kendo Cus Verona) vs Consapevolezza 0-2 (do, men)

Vi è mai capitato di fermarvi... un momento... e in quel momento... rendervi conto improvvisamente di dove vi trovate... cioè da tutt'altra parte rispetto a quello che vi aspettavate?

Un mio carissimo amico, ieri, mi ha fatto da specchio spietato, come fanno solo i veri e carissimi amici.
Quello che ho visto riflesso...mi ha annichilito.
E così, Kendoka Consapevolezza ha avuto buon gioco nello scagliarsi contro di me con due pieni ippon dai quali non riesco a (non ho voglia di) riprendermi.
Sono arrivata ad un bivio.

giovedì 17 gennaio 2008

Alla ricerca del dojo perduto


Accidenti: martedì ho perso la lezione. Ero fuori zona, speravo di rientrare, anche se in ritardo, almeno in tempo per fare un po' di pratica, invece non ce l'ho fatta.
In compenso lunedì ho pensato bene di fare un allenamento aggiuntivo da Zago.
Inforco la macchina e parto con zelo verso Calcinato per giungere a destinazione perfino in anticipo! Stupore!
Entro in uno spogliatoio, mi cambio, mi armo di armi, vado nel palazzetto e...
...mi ritrovo in mezzo a due agguerrite squadre di pallavolo.
Mi sono sentita come un ingegnere nucleare amico di alcuni miei conoscenti, un tipo un po' fuori dal mondo e dalla mondanità, che, invitato ad una festa, dando per scontato che fosse in maschera, si era presentato vestito da Topolino, unico in mezzo a un sacco di gente vestita di tutto punto, rimandendoci discretamente di stucco.
Mi guardo attorno confusa fino a che da fondocampo parte verso di me un signore che deve aver notato dei punti di domanda evaporarmi dalla sommità del capo.
Sto per chiedergli del kendo quando mi informa che l'allenamento era stato trasferito altrove a causa della loro partita di campionato.
Nessuno mi aveva avvisato.
"Dove?"
"A Bedizzole"
"Bedi-che?!?

Mi ritrovavo lì, "vestita da Topolino", con un'ora di macchina alle spalle, la voglia insoddisfatta di praticare, e una buona dose di delusione.
Tornata nello spogliatoio ho chiamato Christian, mi ha spiegato che la comunicazione della variazione era stata fatta all'ultimo minuto e lui aveva provveduto ad avvisare gli allievi la mattina via e-mail, solo che io non ero ancora tornata a casa e non avevo consultato la posta.
Christian non sapeva nemmeno l'indirizzo di questa palestra alternativa.
E ora?
Cascasse il mondo, dovevo trovare questo posto: non mi faccio un'ora di macchina per salutare il palazzetto di Calcinato e ritornarmene a casa.
Seguo alcune indicazioni per prendere la giusta direzione verso Bedizzole, alle prime persone che incontro chiedo dove si trova una palestra di arti marziali nelle vicinanze.

"L'indirizzo?"
"Non lo so"

Con le loro indicazioni mi ritrovo in una palestra in cui si stavano allenando delle squadre di pallavolo.
Lì il kendo non si praticava. Del resto quel paese non era neanche Bedizzole, bensì un certo S.Vito.
Una ragazza mi dà altre indicazioni di una palestra di arti marziali presso le scuole di Bedizzole.
Boh, proviamo.
Intanto era scesa la nebbia, ed era già passata mezz'ora.
Seguendo quelle indicazioni ad un certo punto mi sono ritrovata in campagna, buio pesto, neanche un lampione, ovviamente, nebbia dei fossi, e la strada che si stava pericolosamente restringendo ad una corsia.
"Ma dove c....o sto andando?"
Al che mi è venuto il dubbio che forse era meglio lasciar perdere le indicazioni, tornare indietro, trovare un benedetto cartello blu con su scritto "BEDIZZOLE", e seguirlo. Una volta là, qualcuno doveva pur sapermi dire dove erano le scuole.
Infatti qualcuno me l'ha detto.
Solo che là, il kendo, non si praticava.
Ho trovato le scuole aperte perché effettivamente c'erano dei corsi di arti marziali, ma le bidelle mi hanno smontato subito.
"Avete presente quelli vestiti di scuro, con un'armatura addosso, che si picchiano con delle spade di bambù?"
Mi guardavano in silenzio con aria interrogativa.
Ormai era passata quasi un'ora. Stavo per tornarmene a casa sconsolata, quando una di loro accenna ad un'alternativa: lo Sporting Club, "ma là sicuramente non fanno questo... com'è? ....Chendo?".
Mi sono fatta dare le indicazioni, ognuna di loro ne aveva una personale versione, e quando ormai non ci capivo più niente, una di loro ha aperto l'elenco telefonico e mi ha dato indirizzo e numero della palestra.
"Praticate kendo?"
E poi, la risposta magica: "Si".
A parte che ho faticato ancora a trovare 'sto posto, perché sull'elenco c'era un indirizzo che non corrispondeva a verità (cercavo il civico 16, ma la via finiva al 14, inoltre la via era diversa) ma al telefono con la ragazza della reception, finalmente, sono riuscita ad arrivare!
Ormai restavano tre quarti d'ora disponibili.
Non ci credo! Quello è Zago!
Mi sono unita ai praticanti a fare esercizi di suriage.
Ma ancora avevo addosso quella dannata sensazione delle volte precedenti: non riuscire a dare il massimo. E forse ho capito un'altra cosa: mi sento limitata dal fatto che non conosco ancora le basi, non le ho ben chiare, per cui fare tutto il resto mi sembra grande improvvisazione da parte mia.
Certo, devo tenere ben a mente le parole di Yamaoka Tesshu che mi ha indicato yama nei commenti al post precedente: dare il massimo con tutto se stessi, e per il momento tralasciare l'attenzione al giusto, lo sbagliato ecc...
Comunque, dopo la lezione, mi sono sentita di chiedere a Zago chiarimenti su postura e ashi sabaki.
E con pazienza, lui è rimasto lì a spiegarmi:
- Piedi uniti; aprire piedi di circa 30°, talloni uniti; staccare talloni e avere così piedi paralleli. La risultante è la distanza corretta tra i piedi.
- Portare piede dx avanti, il tallone dx è in linea con le dita sx, ginocchio dx leggermente piegato. Peso distribuito di circa il 50% sulle gambe dx e sx, sugli avampiedi.
- A questo punto allineare le anche: il ginocchio sx risulta così poco sollevato da terra.
- Braccia rilassate come per appoggiarle al do.
- Impugnatura della mano dx è dove termina naturalmente se si mette l'estremità dell'impugnatura della shinai nell'incavo del gomito.
- Impugnatura mano sx esattamente partendo dall'estremità dell'impugnatura della shinai.
- Impugnare partendo dal mignolo, poi anulare, medio ecc. Il pollice "guarda in giù".
- Mano sx dista da hara di circa un pugno.
- La proiezione della punta della shinai (sarà meglio che cominci a studiare un po' di terminologia, invece di dire "impugnatura" e "punta" !!!) deve arrivare alla gola di un ipotetico avversario.
- Ashi sabaki: lo spostamento, facendo "strisciare" i piedi, deve essere lineare e non a saltelli alti e bassi. Durante lo spostamento, mantenere postura equilibrata, senza sbilanciamento in avanti. Ad ogni passo, occorre subito ristabilire la posizione di partenza con il richiamo immediato della gamba sx.
- Mi ha fatto fare un esercizio: caricare da ferma; colpire facendo un passo in avanti. Interessante quello che mi ha fatto notare. Nel far scendere la shinai, porre attenzione esclusivamente alla mano sx che si deve arrestare all'altezza dello stomaco; la punta è solo una conseguenza. Questo è stato illuminante per me, perché così facendo ho notato che usavo più la mano sx, mentre sono solita lavorare di dx.
- Nell'attimo del colpo, serrare le dita.
- Inoltre mi ha fatto notare un mio tipico atteggiamento da aikidoka, comune a tutto il kenjutsu. Sono abituata a esaurire sul luogo il colpo. Invece nel kendo, anche solo nel praticare questo esercizio con un passo, occorre comunque dare la sensazione di prolungamento oltre l'avversario.

Be', che dire, alla fine è veramente valsa la pena di affrontare questa intricata avventura, per arrivare ad avere delle idee più chiare!

domenica 13 gennaio 2008

Positivo


Sì, lo so, vi devo ancora parlare dello stage di domenica scorsa a Calcinato, e della prima lezione di ritorno al CUS Verona, ma dato che l'ultima lezione, quella di cui ho parlato nel precedente post, mi prude assai, voglio trovare subito il modo di trasformarla in qualcosa di positivo.
- Innanzitutto ho capito la priorità che voglio dare all'atteggiamento: dare il massimo e mettere spirito.
- Ho imparato che devo rilassare le braccia: nonostante io le tenga piegate, come mi ha fatto notare Christian, sono comunque rigide, e agisco soprattutto di destra.
- Come movimento delle gambe non ci sono assolutamente, ed è su questo che mi allenerò in specifico a casa, ora che mi sono procurata uno specchio a figura intera.

Ora, relativamente al primo punto, come ho imparato dal mio carissimo amico Fabio, il mio padre putativo, quando qualcosa non funziona, occorre soffermarsi e capire il perché. Solo così si può evitare che accada una seconda volta. Per lui, una volta è già troppo, e se accade, è per insegnarci qualcosa. Dire "vabbé, può succedere, capita" non serve ad altro che gettare le premesse affinché la situazione in questione si verifichi di nuovo.
Perché dunque non ho dato il massimo?

- Arrivata trafelata e in ritardo alla lezione, ci ho impegato un po' ad entrare nell'ottica dell'allenamento.
ERGO: ARRIVARE MEZZ'ORA PRIMA, magari fare riscaldamento, raccogliermi in me per entrare nello spirito giusto.

- Mi sono sentita estranea alla situazione: non sapevo quando avrei ripreso kendo e di colpo, in quattro e quattr'otto, cambio lavoro, il che mi permette di presenziare agli allenamenti, e mi ritrovo in un posto in cui desideravo essere da un anno intero.
E tutto però è cambiato.
Mi sono sentita letteralmente spaesata. E' stata una settimana di stravolgimenti.
ERGO: questa sensazione è destinata a mutare già di per sè CON IL TEMPO; il tempo di ambientarmi. Ma anche così non mi sta bene; e se mi dovessi ambientare tra tre mesi, cosa faccio nel frattempo, continuo a non dare il massimo?!? NAAAA! Non è il tempo la soluzione; la soluzione sta nel DISSOCIARMI EMOTIVAMENTE DAL CONTESTO con l'unico scopo di dare il massimo.

- Mi sono sentita a disagio perché, per forza di cose, sono quella più indietro di tutti. Ho visto dei bravi principianti con un bagaglio di conoscenze superiore al mio; ho pensato per differenza (cioé enfatizzando quello che mi manca in confronto alle acquisizioni degli altri) e questo non ha giovato alla mia pratica, in sordina, portata avanti con un atteggiamento sottotono quasi a volermi nascondere.
ERGO: PORRE ATTENZIONE ALLE MIE ACQUISIZIONI E AI MIEI MIGLIORAMENTI, rispetto a me stessa e non agli altri.
ALLENARMI QUOTIDIANAMENTE A CASA per recuperare il più possibile il ritardo di questo tempo d'assenza.

Bene, mi sento meglio. Applicando queste soluzioni, rendo una brutta pratica come quella dello scorso allenamento, una fucina di miglioramento.

Voglio dare onore alle parole di Christian che, in un messaggio di parecchi mesi fa che conservo con cura, mi aveva scritto in risposta alla mia domanda se mi poteva considerare sua allieva nonostante non praticassi più:
"x quant m riguard lo6già dal moment ke ho avut la po$ibilit d metter il seme del Kendo in d te.ora aspet ke le circost dian l'occas, a me d crescern la piant, e a te d alimentarl cl tuo spirit eccezional."

Terrò fede a queste parole.
Lo prometto.

venerdì 11 gennaio 2008

Delusione


Sono di ritorno dall'allenamento, il terzo da quando ho ripreso, il nono se considero le lezioni di un anno fa.
Non sono per nulla soddisfatta del mio rendimento.
A suggellare col fuoco questa già amara constatazione, ci hanno pensato le parole di Christian: "Purtroppo, in quanto a Spirito, devo constatare che non è più come quando praticavi l'hanno scorso".

NOOOO! Preferirei che mi dicesse che non ne ho combinata una giusta, piuttosto che questo!!! Eppure ha ragione.
E mentre mi metto a riflettere su che cosa mi sia successo, con oggi ho capito che più di ogni cosa è importante l'atteggiamento. Preferisco sbagliare tutto, ma farlo... con Spirito.

domenica 6 gennaio 2008

FINALMENTE !!!!!!



Che gioia!!!
A presto per resoconto, appunti, emozioni, ... e gaffe!!!
: )