martedì 6 marzo 2007

L'allenamento


Ciao! Questa volta non parlerò di un incontro specifico, ma di un aspetto fondamentale della pratica del virtual kendo: l'allenamento. Con un compagno o da soli, l'allenamento è il mezzo per migliorare il nostro rendimento, ove fossimo carenti; una volta individuati i nostri punti vulnerabili, l'allenamento ci aiuta a renderli più forti.
L'allenamento è imprescindibile ed è talmente importante che, al di là delle predisposizioni naturali, variabili da individuo ad individuo, anzi direi più che altro, indipendentemente dai diversi tempi di apprendimento di ciascuno, è noto che: CHIUNQUE SI ALLENI, MIGLIORA. Punto. Quale che sia il livello, quale che sia l'elemento su cui concentrare le energie, la conseguenza dell'allenamento è sempre quella: chi si allena ottiene risultati, in riferimento al punto di partenza.
Bella scoperta, direte voi.
Eppure, questa riflessione non è poi così immediata se la si trasferisce nella vita quotidiana: quante volte, infatti, mi sono paralizzata di fronte a cose che ritenevo IMPOSSIBILI da affrontare? Quante volte, nei confronti di qualcosa che sentivo lontano dalle mie capacità, ho usato la facile scorciatoia della paura che recita:
"Chi? Io? No, non è per me! Non sono tagliata per queste cose!"
oppure
"Sono fatta così! E' il mio carattere, non posso farci nulla!"
o ancora
"Non è nella mia natura! Non mi ci vedo!"???

Ma se è vero che basta allenarsi e le cose migliorano... se io affrontassi una situazione per me apparentemente impossibile da gestire, con l'ottica semplicemente di una cosa su cui dovermi allenare, non diventerebbe tutto improvvisamente più... accessibile? O, usando quella meravigliosa parola magica... POSSIBILE?
C'è chi arriva prima, chi dopo, chi ha una velocità di acquisizione delle informazioni maggiore rispetto ad altri, ma, in ogni caso, se una persona si allena verso un determinato obbiettivo, di sicuro la sua vita, rispetto ad esso, non sarà più come era in partenza, quando stava ferma lì impalata a osservare un traguardo "irraggiungibile".
Con l'ottica dell'allenamento, i mostri della paura perdono gran parte del loro potere paralizzante.
Ricordo ancora lo stupore che ho provato nel leggere l'autobiografia di Gandhi: avete presente, no, Gandhi? Quell'uomo, guida di un popolo, che ha portato un'intera nazione (che è poi assimilabile a un continente) all'indipendenza?
Ebbene, quest'uomo, giovane studente di legge se non erro, era terrorizzato al solo pensiero di... dover parlare in pubblico!
Raccontava di come, una volta, in una piccola riunione, chiamato a dare il proprio parere, si alzò terrorizzato, tremante, rosso, in preda all'ansia, e di come poi, così paralizzato, dovette sedersi, tra i ghigni degli altri, senza essere riuscito a dire nulla.
Se si fosse fermato a quell'ostacolo che vedeva come una montagna insormontabile, e avesse cominciato a giustificare la propria paura con le solite comode frasi "Non ci riuscirò mai! Non è alla mia portata! Gli altri sono più predisposti... ecc. ecc." non sarebbe diventato affatto il grande uomo che invece è diventato, semplicemente prendendo atto delle proprie difficoltà e lavorando per migliorarle.
Come in un allenamento.

4 commenti:

ama ha detto...

Mi autocommento.
Nello scrivere e nel rileggere questo post, continuavo a ripetermi: "Eh, già! E' proprio vero! Però!"
Già: di fronte alla convinzione "non mi ci vedo!!!", di fronte a una paura, a qualcosa nei confronti della quale mi sento vulnerabile, se adotto l'ottica dell'allenamento (= basta mettercisi, provare, riprovare, lavorare su quella che abbiamo individuato come una nostra lacuna), ottica secondo la quale per forza miglioro (se do il massimo ovviamente), allora quella stessa condizione di impossibilità a cui pensavo in partenza perde via via il suo potere per sostituirsi, man mano, a quella di possibilità.
Ok, "Eh, già! Però!"
Ma... sono solo parole?
Mentre pensavo a questo concetto e ai suoi possibili sviluppi, mi sono anche detta: "è facile starsene dietro a un monitor a filosofeggiare... ma se io, la prossima volta che mi imbatto in una situazione simile, non adotto quest'ottica di allenamento che mi aiuta a sgonfiare gli ostacoli che vedo insormontabili, o situazioni che ritengo a me estranee... bé, grazie tante, allora sto scrivendo sul blog per niente, prendendo in giro me e chi mi legge."
Neanche a farlo apposta, proprio oggi mi sono imbattuta in una situazione del genere.
Mi è arrivato un messaggio grosso come una casa: un amico mi ha chiesto perché non cercavo lavoro come venditrice-rappresentante.
Subito ho risposto: “Chi? IO? Non mi ci ved….” E mentre stavo rispondendo, questa frase mi ha risuonato in testa e ho ripensato a quello che avevo scritto.
HO una paura FOTTUTA al pensiero, soprattutto perché ho una notevole cifra che vola via ogni mese in mutui e finanziamenti vari, e l’idea di non avere entrate fisse… un salto nel vuoto! E poi, proprio… non mi ci ve…
Capito.
Domani inizio a cercare.

Ps- e nel frattempo collaboro comunque con l’agenzia di comunicazione (di questo stesso amico), eh laura? Do valore al messaggio che “mi hai inviato” in sogno! ;-)

Unknown ha detto...

A proposito di paure....
come e' andato l'esamuccio?

ama ha detto...

Ciao pnrl!
L'esame è andato molto bene, l'ho fatto ieri sera 10/03/07 e oggi, finito lo stage, Corallini ha ufficializzato l'esito, ma rinuncio al 1° dan perché non intendo iscrivermi a quell'associazione.
Non è questa sede per spiegare il perché.
Ciaooo!!!!

Unknown ha detto...

???
allora aspetto tue nuove in altra sede!
Comunque complimenti!