domenica 23 dicembre 2007

Allenamenti femminili e della nazionale, Bergamo

Trascrivo alcuni appunti sparsi, colti qua e là, in occasione degli allenamenti della nazionale in dicembre. Si tratterà di ovvietà per chi ne sa qualcosa, non per me che sono una principiante assoluta.
Mi è utile. Potrà essere utile anche a voi? (Sperando di aver recepito correttamente i concetti...!)

L'AZIONE: L'espressione più matura del kendo è quella di dare tutto in un'unica azione. Si può fraintendere l'espressione "unica azione" identificandola con "unico movimento". In realtà la mia azione non termina con un unico movimento, questo è solo un segmento dell'azione. La mia azione termina quando sono riuscita a colpire o sono stata colpita. In caso contrario occorre continuare, continuare... Occorre fluire sempre, creare un flusso continuo di occasioni: fatto un tentativo, creare subito qualcos'altro.

L'ATTEGGIAMENTO: In genere, salvo alcuni fortunati casi, in Italia cominciamo kendo a trent'anni! E dobbiamo farlo con la maturità di un giapponesino di 10 anni che ha cominciato da poco. Non ha senso puntare subito a imitare i settimi dan. Dobbiamo avere un'attitudine libera come quella di un bambino che fa e tira senza neanche quasi sapere perché. Se si ambisce in modo acerbo a imitare uno Zago, si rischia di imparare a essere statici, immobili. Perché il kendo maturo, frutto di esperienza, perizia e approfondimento, è misurato, temperato.
Quello dei giovani di pratica, il kendo dell'inesperienza, è movimentato ed elettrico. Ed è giusto così, altrimenti in futuro mancherebbe un tassello e mancherà sempre come quando, nella vita, per vari motivi non si vive la propria adolescenza.
Solo vivendo il kendo "giovane", il futuro 7° dan potrà riconoscere lacune e difetti di chi si trova di fronte, perché li conosce avendoli vissuti a sua volta per primo. E' un arricchimento di esperienza.
In Giappone iniziano presto. Puntano sullo shiai fino a 25 anni. Fino al 3° dan si è principianti. Una certa incoscienza è quella che ci vuole negli shiai. Dopo il 3° dan si comincia a studiare il vero kendo.

KENDO MASCHILE E FEMMINILE: Avevo chiesto se una donna può raggiungere i livelli maschili. La risposta è stata: "Non il livello dei migliori tra gli uomini, ma il livello della media maschile sì".
Ho chiesto poi che differenza c'è nell'affrontare un avversario maschile ed uno femminile. La risposta è stata: "Il kendo maschile è più travolgente e più definito (ndr: e io che sono donna sono pienamente d'accordo), è più facile forse capire cosa stia facendo l'altro; le donne invece hanno un kendo più morbido e indefinito e può mettere in difficoltà nel senso che non si capisce cosa stiano facendo".
(Beh, come nella vita di tutti i giorni...... ^___^ , ndr)

ANNOTAZIONI TECNICHE:
- Osservando la potenza esplosiva di un kendoka e chiedendo chiarimenti: da una posizione di quasi totale staticità, un'immediata azione propulsiva è possibile grazie al rilassamento.
- Si fa tutto con le gambe e la shinai è l'ultima a creare l'azione, è (quasi) una conseguenza.
- Nel dare il colpo mai far tornare indietro la punta (non è una frusta), ma tenerla sempre in avanti.
- Distanza: Non camminare indietro, ma dare un'accelerazione nei primi due metri.
- Modulare sempre le proprie azioni perché altrimenti si diventa prevedibili.
- Piccolo men: non prendere la rincorsa!
- Tsuki: non la punta verso l'alto se no piego la testa indietro all'avversario e gli faccio male. Colpo dritto orizzontale. Anche nel riceverlo devo indietreggiare col corpo e non azare la testa se no "sbava".

CHIUDO CON UNA PICCOLA NOTA:
IERI 22 DICEMBRE, UN ANNO FA, HO SCOPERTO IL KENDO. ERO ANDATA A FARE UNA LEZIONE DI PROVA, COSì, TANTO PER CONOSCERE, HO CONOSCIUTO CHRISTIAN E IL SUO MODO DI INSEGNARE, E SONO RIMASTA FOLGORATA DA QUESTA DISCIPINA.
A DISTANZA DI UN ANNO DI TRAVERSIE VARIE ED EVENTUALI, SONO ANCORA QUI A PARLARE DI KENDO.
L'INNAMORAMENTO PERDURA.
E FINALMENTE SONO ISCRITTA UFFICIALMENTE AL CUS VERONA.
CHISSA' COSA MI RISERVA QUESTO ANNO CHE STA PER INIZIARE!

AUGURI A TUTTI E A PRESTO!!!

AMA

martedì 18 dicembre 2007

Kendo sincronicity - 2

Ma ragazzi! Cosa sta succedendo?!?
E' successo poco fa.
Alle 8:00 mi sono alzata per prepararmi per l'appuntamento mattutino con la fisioterapista.
Mi sono alzata con una serie di riflessioni.
"Che ci faccio qui?", questo, il pensiero madre.

Alla luce del fatto che sto sentendo un forte bisogno di cambiare la mia vita, perché sto maturando una diversa coscienza di me, alla luce di alcuni fatti personali che mi stanno accadendo, e della conseguente stanchezza emotiva, alla luce del bisogno di appagamento che può dare una vita gustata a rincorrere i sogni, stamattina, guardando dalla finestra il profilo conosciuto della mia città, mi sono chiesta, appunto: "Che ci faccio qui?".
Già sto cercando un altro lavoro, perché questo che ho non mi permette, tra le altre cose, di praticare...
...E chi l'ha detto che io debba cercarlo proprio qui?
Non ho, purtroppo e con rammarico, legami sentimentali: questo è il genere di sogni che non dipendono esclusivamente da me; rincorrerli ha meno senso.
Il lavoro, già che lo voglio cambiare, non costituisce un legame.
I legami con la mia famiglia d'origine non sono poi così stretti.
Ho degli amici stretti e veri, gli stessi che, quando sono partita per l'America, erano i primi a essere contenti per le prospettive di una nuova vita per me. Quegli amici che so che ci sono e ci saranno sempre, ovunque io sia. Gli stessi che dicono: "Nonostante il dispiacere di non averti presente e vicina, c'è il piacere per noi di qualcosa che ti dà gioia. E se è vera amicizia, questa non può costituire un limite alle tue esperienze. La vera amicizia valorizza la tua libertà".
Ho gli amici veri nel cuore. E un sogno da un anno: il kendo, che si manifesta e sembra chiamarmi attraverso eventi e messaggi speciali.
"E se a questo punto me ne andassi a vivere in Giappone?".
Se mai avrò una famiglia, questo non mi permetterà di vivere delle pazzie, perché la famiglia avrà la precedenza. Sono ancora in tempo per vivere matti sogni. Se non lo faccio ora, non lo faccio più.

Mentre vaneggiavo in questo modo, recandomi all'appuntamento, alla luce di quello che ho scritto nel post precedente, mi è venuto in mente di chiedere un segnale per capire se questi sono soltanto delirii di una ragazza delusa da eventi recenti, oppure se questa ipotesi può essere veramente la soluzione al mio bisogno di far chiarezza, essendo giunta ad un punto cruciale della mia vita.
Ero, alle 9:45, nella saletta a fare gli ultrasuoni alla caviglia; stavo scrivendo un sms a Laura.
C'era la porta aperta, e sentivo in lontanza le voci della fisioterapista e di un paziente provenire dalla palestra.
Ad un certo punto sento distintamente la parola "Giappone".
Campanello d'allarme.
Ma stavolta non ero stupita. Era come se me lo aspettassi.
Mi è venuto da sorridere.
Quando Enrico e la fisioterapista sono entrati nella saletta delle macchine elettromedicali, dov'ero io, ho chiesto subito:
"Stavate parlando del Giappone, poco fa?"
Enrico: "Sì, c'è andato mio zio 25 anni fa"
Ed io: "In villeggiatura?", ma ormai mi aspettavo già la sua risposta e, quando l'ho sentita, ero calma, e mi è scappato un sorriso.
"No, per lavoro. E' molto bello."

Ragazzi, non sto sparando dei razzi. Sto dicendo sul serio.
L'ho sentito con le mie orecchie.
Ho chiesto un segnale. Un'ora e mezza dopo l'ho ricevuto.

E ora?

Proprio qui, di fianco a me, sulla scrivania, ho pronto il certificato medico per l'iscrizione al CUS. Nonostante tutto, mi hanno ritenuta idonea all'attività agonistica. :-D
In due o tre giorni sono iscritta.

Ho già parlato altrove di tanti fatti che, durante quest'anno, hanno rimandato questo momento.
Non ultimo, un'esperienza privata breve, intensa, finita in malo modo in questi giorni, che non mi fa gradire momentaneamente l'idea di frequentare l'ambiente del kendo italiano.
Ricevo messaggi contrastanti. Da una parte un anno costellato di difficoltà e ostacoli che hanno limitato la mia possibilità di praticare (vedi post dell'incontro ama vs. Mr X), dall'altro messaggi lampanti come quelli raccontati nel post precedente (e ho altre belle sincronicità da raccontarvi a riguardo, una avuta in febbraio, altre a fine maggio).
Che anno strano.
Forse devo praticare kendo.
Forse non qui.

Mi ritiro per deliberare.

domenica 16 dicembre 2007

Kendo sincronicity

Ora che è passata una settimana, e ho metabolizzato lo stupore, questa ve la devo proprio raccontare.
Non è la prima volta che in situazioni di confusione e smarrimento chiedo un segnale dall'alto sulla strada da seguire e... mi piove in testa una tegola.
Intanto mando direttamente da questo post un piccolo saluto al caro nishinkan, perché so che recepisci favorevolmente questo tipo di argomenti.
"Cos'è la sincronicità? Una sincronicità si presenta apparentemente come un incontro casuale che tuttavia sembra divinamente orchestrato. (...) Il loro accadimento colpisce chi vi è coinvolto, che li percepisce come eventi speciali, inattesi o inspiegabili secondo la normale logica causa-effetto. L'effetto di una sincronicità sulla psiche è di suscitare la consapevolezza del fatto che forse uno scopo più grande - o persino divino - è all'opera. (...) Per esempio, forse abbiamo bisogno di qualche informazione particolare, e inaspettatamente ci imbattiamo in qualcuno che ci dà esattamente quello di cui abbiamo bisogno.(...) Il termine sincronicità fu usato per la prima volta dallo psicologo svizzero Carl Jung, che iniziò a riguardare gli avvenimenti coincidenti come fenomeni che sembravano appartenere a un diverso ordine del mondo. Fino a epoche recenti la nostra spiegazione del mondo materiale fu basata soltanto sulla logica e interpretata in termini di causa ed effetto.(...) Le cose sono cambiate. La nuova scienza, basata sulla teoria quantistica, ora ci dice che la causa e l'effetto spiegano solo in parte il nostro mondo fisico. Noi non siamo delimitati dal tempo e dallo spazio così come pensavamo. Per esempio, gli scienziati hanno fatto un esperimento in cui sono state divise delle molecole ed è stata mutata la rotazione di una delle particelle che le componevano. Si è visto che la particella collegata alla prima cambia rotazione all'istante, indipendentemente da quanto si trovino distanti. In questo modo l'interrelazione delle particelle rimaneva costante, senza che venisse influenzata dalle variabili di tempo e distanza. Sembra che tutte le cose esistano all'interno di un campo di energia interconnesso." (da "Lo scopo della tua vita" - C.Adrienne, Ed.Corbaccio).
Più volte ho avuto la sensazione, magari in momenti estremamente bui e pesanti, di non essere sola, come se "qualcosa" fosse in ascolto.
In momenti particolari mi è capitato più volte di rivolgere richieste e... ricevere risposta tramite segnali.
Altrettante volte mi sono chiesta se stavo sognando, se era tutto frutto della mia fantasia... insomma la mente e la razionalità intervenivano subito per rimettere tutto... "a posto".
Ma quando questi segnali sono "solidi", concreti e tangibili, non posso più raccontarmi che ho preso uno "svarione".

Domenica 9 sarei dovuta andare a Ferrara a vedere gli esami di kendo. Ho deciso da un po' che non voglio perdermi nessun appuntamento che riguardi questa bella disciplina.
Sabato 8 mi sono vista con una persona che conosco da molto poco.
Il primo incontro, quello precedente, era stato per me favoloso.
Quello di quel sabato mi aveva lasciato invece perplessa e poco convinta, con una sensazione strana addosso.
Per cui, di andare a Ferrara, a vedere tra l'altro questa persona dare gli esami, non avevo affatto voglia. O sì?
Sì o no? Dovevo andare? Avevo voglia? No? E perché? Stare a casa? Era la voce del cuore a dirmi così? O la razionalità?
Che caos. Non mi andava. E se mi fossi pentita?
Ricevo poi l'informazione che gli esami erano stati anticipati di un'ora.
Ecco, avevo in programma di andare a pranzo dai miei, ma con quell'imprevisto avrei dovuto saltare il pranzo e partire immediatamente.
Non che questo fosse un problema, se la situazione fosse stata più serena: se per un uomo che mi aveva chiesto di sposarlo ho lasciato gli amici (contenti per me), il lavoro e l'Italia per andare a vivere in un bosco del Connecticut, figurarsi che problema sarebbe stato saltare il pranzo dai miei per andare a ... Ferrara!!!
Ho scelto di andare a pranzo dai miei.
Ho mangiato poco, non avevo appetito (sì, yama-san, hai letto bene: NON avevo appetito); ho giocherellato un po' con la mia nipotina di un mese e mezzo. E poi sono arrivata al dunque.
"E ora che il pranzo è finito? Che faccio? Vado a casa? Vado a Ferrara?"
Scrutando dentro di me e non trovando da nessuna parte altra risposta che "Boh !", ho chiesto all'alto di ricevere un segnale.
E qui arriva l'incredibile.

Mi si avvicina mia mamma:
"Prima di andare ti devo dare un po' di cose: qui c'è la giacca di pelle riparata, un sacchetto di pane grattugiato e... poi... abbiamo trovato questa" e mi porge un pezzo di stoffa bianco ripiegato con dei segni neri.
Lo apro e...
...rimango impietrita.
Quando recupero un po' di mobilità alla mascella che mi era cascata, biascico a stento una domanda:
"Da...da... do... dove viene que... questo?"
"Mah, non so, mi sa che l'ha portata a casa anni fa tuo fratello quando è andato a vedere la Juventus!"
E mio fratello: "Chi? Io? No, non l'ho mai vista"
E mia mamma: "Ma sì, la Juve"
Mia sorella: "Non so da dove venga, l'ho trovata in un cassetto in un armadio".

Era un pezzo di stoffa bianco, con degli ideogrammi giapponesi neri.
Ho riconosciuto l'ideogramma "Ai" che significa "amore" e gli ideogrammi che compongono la parola "kendo".
Senza proferire altre parole, ho preso il tenugui e sono partita, felice, per Ferrara, da quella persona.

Ora, ditemi voi.
Nessuno sa da dove venga fuori.
Io non ho mai avuto niente di simile, niente che riguardasse il kendo.
Ho solo due shinai prese da Chri in Giappone questo giugno e niente altro di corredo al kendo, né avrei mai potuto lasciare qualcosa dai miei perché vado da loro raramente. Nessuno ha mai visto prima quel pezzo di stoffa. Nessuno ha mai praticato arti marziali nella mia famiglia, tantomeno il kendo che nella mia città e provincia non esiste.
Io ho accennato a mia mamma che vorrei praticare kendo, ma lei non sa neanche cos'è.
Chiedo un segnale e arriva mia mamma con quella che lei crede una sciarpa della Juventus.
E' un tenugui con su scritto (me lo sono poi fatto tradurre dalla mia insegnante di giapponese, sempre per l'incredulità e il timore di aver preso uno svarione):

20° anniversario del gruppo sportivo Haratani Kendo

SEI AI KEN (sacro amore spada)

Appena trovo un marchingegno fotografico ne posto in incipit la foto.
Devo ancora capire perché "mi hanno mandato" a Ferrara, ma certamente ho seguito il segnale e percorso questa strada.

Altra curiosità. Lungo il tragitto verso Ferrara, mentre ripensavo a questo fatto, e mi dicevo che probabilmente dunque questa era la strada giusta da percorrere, vedo un cartello con su scritto "via A. e il mio cognome". Come se Carlo Sappino vedesse scritto "via C.Sappino" o Carlo Caprino vedesse scritto "via C.Caprino" mentre si chiedono se stanno percorrendo la strada giusta.
Sono cose che fanno venire i brividi.
Ho guardato su Google Map, perché quella via non l'ho mai sentita, ("magari me la sono sognata?"), invece c'è, eccome.

Ora, non mi resta che capire.

giovedì 13 dicembre 2007

Ci siamo quasi!

Evviva!!! Manca poco a un sogno!!!
Ho già prodotto i documenti per l’iscrizione alla CIK, e tra poco … FINALMENTE … perfezionerò l’iscrizione al CUS VERONA KENDO !!!!
Primo passo… la visita medica!!!
Evviva!!!
L’altroieri sono andata e già mi sentivo una kendoka coi fiocchi.
…Salvo uscire dalla visita un po’ ammaccata….
Innanzitutto sono entrata con una buona notizia… mi hanno preso le misure e ho scoperto di essere più alta di un cm rispetto a quello che credevo… ma nemmeno così riesco a raggiungere il metro e sessanta :-D
Poi sarcastico verdetto della bilancia: 55 Kg!!!! Non sono mai stata 55 Kg in tutta la mia vitaaaa!!!
Poi visita oculistica: con le lenti a contatto addosso, con l’occhio dx non sono riuscita a leggere ben 5 file di lettere…
E poi lui…. Quel maledetto scalino….
Su e giù, su e giù, su e giù, su e giù…
Sono partita tutta determinata e sono arrivata che mi sentivo una Cinquecento ammaccata con le ruote sgonfie.
AIUTO!!! Ma sono consapevole di quello che sto facendo?!?
Si tratta di kendo!!! Non si scherza!!!
Se non mi do subito da fare ad allenarmi, qui la vedo proprio grigia… :(


Nell'immagine: proposta grafica di Igor Novelli

martedì 11 dicembre 2007

Epopea GdiG - 6


Laura.
La guardavo combattere e, dietro la faccia imparziale da GdiG, segretamente tifavo per lei.
Chissà come sarà quando saprò qualcosa di kendo, e mi troverò a combattere con lei.
Sarà senz’altro una bella emozione, se è vero che il kendo è anche un “dialogo” tra due persone.
Intanto stavo attenta a segnare tempi e punteggi. Mi trovo proprio a mio agio e mi diverto un sacco tra bandierine gialle, cronometri e verbali di gara.
C’è chi, come me, si diverte più così, che non passare il week-end secondo i consueti canoni del “divertimento”.
A volte mi chiedo se sono a posto, se mi manca qualcosa.
Guardo i coetanei (non parliamo di quelli ancora più giovani che proprio capisco ancora meno) e non mi ci ritrovo.
Non conosco i locali di divertimento della mia città e dintorni.
Preferisco una bella tavolata tra amici che fare quattro salti da qualche parte al ritmo di una musica che non mi dà nessuna emozione (non che la musica che piace a me sia da prediligere, anzi, capisco bene che possa non piacere ad altri).
Preferisco parlare con gli amici di grandi progetti, iniziative, sogni, il significato sfuggente della vita, di come ce la aspettavamo, di come invece è andata e di come forse sarà. Davanti magari a qualcosa (poco) da bere o mangiucchiare. Prediligo posti dove si possa parlare.
Di sogni e progetti.
Avete presente no? Qualcosa tipo… quegli artisti o letterati che si trovavano nei caffè a fantasticare su nuove correnti stilistiche da proporre al mondo, forse un pretesto per trascorrere il tempo insieme, in compagnia di persone con gli stessi interessi.
Però mi manca lo scherzo, la risata. Un modo diverso di stare insieme.
Pensavo di recente a personaggi come Klaus e Daniel del Cus Verona. Daniel con le battute e i racconti, Klaus con i racconti e una mimica esilarante: quando partono, diventa veramente un godibilissimo spettacolo guardarli insieme.
A volte mi chiedo se sono troppo seria.
Anche da adolescente (a parte una fugace patologia per i Duran Duran e gli A-ha, a cui non è scampata nessuna ragazzina dei miei tempi) non mi invaghivo di attori o musicisti avvenenti. Anche adesso, a me un Brad Pitt non dice assolutamente niente. In compenso in casa mia campeggia un mega poster di un balestriere inginocchiato di epoca Qin.
Che figo che è!
Quegli antichi lineamenti orientali che trasudano fierezza guerriera incastonata nella terracotta!!!
Sì, a volte mi chiedo ...
Comunque perché tutte queste paranoie? Se io mi diverto un sacco a passare le domeniche in altre città ad alzare bandierine gialle… che male c’è?!?
Intanto gioivo segretamente delle vittorie di Laura, passata in semifinale. Grande!!
Ovviamente poi le squadre… Nel mio quadrato c’era la squadra con Giacomo, Pier e Flavio del Cus. Purtroppo non sono riusciti a dare appieno quello che so che possono.
Si sono spinti oltre i miei compagni dell'altra squadra del Cus Verona, perdendo contro il Savona Kendo, ma piazzandosi terzi. Dispiace per Daniel, che non ha ancora portato a casa particolari soddisfazioni come meriterebbe il suo buon kendo. Stupore nel vedere Vittorio, una nuova leva che ha iniziato a febbraio, che ha dato il massimo di sé con una grinta fenomenale, tentando di applicare ogni tecnica conosciuta ad ogni occasione possibile, e questo, alla sua prima esperienza di gara! Mi ha colpito molto anche vedere con quanta foga e partecipazione Klaus (Claudio Intrieri), faceva sentire ai ragazzi la sua vicinanza.
Sono stata comunque contenta del risultato ottenuto dal Savona Kendo, è nota la mia predilezione per il mitico Sappa (senior), e non nascondo che speravo fortemente in una loro vittoria, anche se contro il Kodokan, beh... c'è poco da sperare.
Che gran giornata!!! Mi sono sentita benvoluta da tutti (non è forse questo il nostro più sotterraneo desiderio?) e questo l'ho percepito particolarmente nel calore che mi hanno dimostrato i compagni Giudici di Gara, anche quelli che non conoscevo, e i responsabili e organizzatori della manifestazione, tra cui c'era anche Serafino Mellone, una persona che mi aveva molto colpito per la sua disponibilità mostrata a noi principianti senza armatura, quando ho partecipato in gennaio al seminario a Calcinato in memoria di Ohtsuka Sensei. Gliel'ho detto, infatti.
Mi sono poi avvicinata a Laura per complimentarmi con lei, vittoria!!!! Le ho detto che tifavo per lei. Sì, io tiferò sempre per Laura... tranne se e quando... capiterà che dovrò combattere contro di lei... :-)
Laura stava per consegnare un foglio (credo fosse un questionario che aveva richiesto Takenori Ito per la sua tesi di laurea), e, appena appoggiato, di colpo mi prende e mi abbraccia forte! Io, stupita, ricambio forte. Finalmente!!! D'improvviso si era sciolta quella strana sensazione di imbarazzo e di incapacità di esprimersi che si era creata dal momento che ci siamo conosciute su questo blog a quando ci siamo viste per la prima volta di persona.
Che grande giornata.
Non ho descritto tutte le emozioni, tutto il mondo che ho vissuto quel giorno. Vi è mai capitato di sentirvi in un particolare stato d'animo, grazie al quale ogni cosa accade al momento giusto, da sola, senza alcuno sforzo e tutto procede da sé, meravigliosamente bene? Credo che capiti a tutti, un giorno... un momento... anche un solo istante... e arriva e accade forse per comunicarci che vivere così... è possibile. Certamente, una cosa impossibile non accade neanche una sola volta. Perciò, se è accaduto per un istante, POTENZIALMENTE è possibile viverlo sempre.
Sì, volutamente ho omesso di riportare tante altre belle emozioni.
Ma il 25 novembre 2007 rimarrà impresso dentro di me per sempre.


Nella foto, un momento della manifestazione: Zago in dimostrazione, ed io dietro al manifesto che lo guardo.
(Foto di Mario Corallo - Shumpukan, Milano)

giovedì 6 dicembre 2007

Versione inglese!

English version available.
Che bello che sarà se riceverò commenti da altre parti del mondo!!!
Ciaoooo!!!!