venerdì 13 giugno 2008

SALUTI

Ciao ragazzi!
Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito, chi da tempo, chi occasionalmente.
Virtual kendo è stata per me una bella esperienza, che tra l'altro mi ha fatto conoscere persone a cui tengo molto: Laura Imperiale e Carlo Sappino.
Mi ha permesso di fare altre belle conoscenze, quel pazzerello di doc e Giulia (a proposito Giulia, ti è piaciuta l'intervista?).
Mi ha permesso di continuare i rapporti con alcuni simpaticissimi personaggi che avevo conosciuto sul forum di arti marziali che ha dato origine a questo blog (vedi "L'origine di questo blog" nella sidebar): Carlo Caprino e Pietro Nicolaus Maria Giovanni Numerio Gontrano Roselli Lorenzini (sì sì, avete capito bene, tutti questi nomi sono una sola persona, verificate qui!!!).
E' stato anche un collegamento con i simpatici ragazzi del Genova Kendo, GiO e Jona.
Saluto anche un signore del Jikishinkan Dojo (di cui purtroppo non ricordo il nome) che mi legge sempre, come mi ha detto Michela. Mi fa piacere! :-)
Ma saluto anche tutti quelli di cui non ho conoscenza e che mi hanno letto.
Anche col kendo ho dovuto nuovamente abbandonare: invece di Virtual Kendo.... Real Life, altroché !!!!
A questo punto mi arrendo: "Questo matrimonio (col kendo) non s'ha da fare!", e non posso certo dire di non averci provato!!!
Saluto e ringrazio soprattutto Christian Filippi, davvero un istruttore eccezionale, che mi ha fatto innamorare di questa disciplina fin dal primo momento, per la passione che mette nell'insegnamento, dando veramente il massimo a chi desidera imparare.
Non saluto i miei amici GdiG, Mino perché non ne ho voglia (.............scherzo! D'altronde dovevo pur terminare con una frecciatina per te, no?), Michela, Claudio, Andrea Morando e Andrea Setti, perché tanto ci si potrà vedere ancora in giro per le manifestazioni federali.
Ah, a proposito, ci si potrà vedere ancora con tutti proprio in queste occasioni e comunque ci si può comunque mantenere in contatto (cosa tra l'altro che mi farebbe molto piacere), vero? Trovate in ogni caso la mia e-mail nel profilo.
Poi non è detto che più avanti non riprenda a scrivere, se il tempo e una ritrovata tranquillità lo renderanno possibile.
Chiudo con delle belle parole che mi aveva scritto Carlo Sappino:
"A volte si vince, a volte si perde, ma la vita continua, sempre.
A volte bisogna saper fare le valigie mettendoci dentro le cose buone della nostra vita per portarle con noi ed abbandonando tutto il resto....
A volte ricominciare è bello."

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Nella foto, tanto per dire quanto sia bella la possibilità di internet di fare conoscenze, un incontro con alcuni personaggi del forum di arti marziali, che ho incontrato di persona dopo un anno e mezzo di conoscenza solo "telematica".
Tra di loro c'è anche il fantomatico... PNMGNGRL! Chi sarà mai?

giovedì 12 giugno 2008

Che bello!

Ho pubblicato la versione inglese dell'intervista a Caleb (vedi English version nella sidebar) e probabilmente verrà linkata su Simulacre!!!!

Soddisfazione!!!

sabato 7 giugno 2008

8a

Ieri notte ho sognato Jonathan Ochoa del Genova Kendo.
Ci eravamo sentiti per telefono e io senza dire nulla, di notte, sono andata a Genova.
Mi sono fermata in strada, nel centro storico, a guardare dentro il suo appartamento attraverso una finestra che lo inquadrava mentre stava cucinando. Doveva esserci una festa, credo.
Poi ad un certo punto si gira e vede 'sta ragazza ferma in strada che lo sta fissando e prende un po' paura, o quantomeno rimane perplesso.
"Sono ama!"
E mi unisco alla festa.

martedì 3 giugno 2008

Intervista a Caleb Crane, autore di Simulacre - 3a PARTE

Helix Industries

L’anno scorso hai fondato la Helix Industries, basata sui tuoi studi e la tua esperienza lavorativa di 8 anni. Ci puoi dire qualcosa in più?

La Helix Industries è una piccola società di consulenza sulla sicurezza di network e computer. Sono stato alla Fidelity per 8 anni e in Giappone per 3. Dovevo fare una scelta: firmare qui un contratto full-time o tornare negli USA. Sentivo però che il tempo da trascorrere in Giappone non era finito. Volevo rimanere. Tuttavia il mio lavoro non mi dava sfide da affrontare. Non sapevano bene cosa fare del mio insieme di skill specifici; sapevano solo che volevano tenermi.

Stavo lavorando nel dipartimento marketing al tempo, e mi sono reso conto che in questo Paese c’era denaro per questo particolare tipo di lavoro. Ho avvicinato tre persone che avevano un insieme di skill necessari per dar vita ad una società e ho chiesto loro di unirsi a me. Abbiamo messo tutti del denaro preso dai nostri risparmi e abbiamo sbrigato il lavoro d’ufficio necessario per creare la società. Nel giro di pochi mesi il nostro investimento si è ripagato e abbiamo avuto dei buoni anticipi per maggiori affari.

Sostanzialmente tutto si riduceva ad una decisione del tipo “ora o mai più”. Sentivo che mi stavo atrofizzando e che avevo bisogno di una nuova sfida.

La tua visione della vita

Essere giovane, ma: vivere in un Paese straniero, arricchire la propria vita con diverse esperienze di viaggio, avere una passione per la fotografia apprezzata in tutto il mondo, fondare una società… Elementi come questi creano una vita speciale e mi fanno pensare ad una mentalità aperta e ad una visione ottimistica della vita. Qual è la tua visione della vita?

La mia visione dei cambiamenti nella vita dipende dalle circostanze del giorno, dalle persone con cui sono e da quanto ho bevuto.

Spesso mi definisco pessimista, ma non permetto a questo di intralciare la mia fiducia di ottenere il massimo da ogni situazione. So che dovrò affrontare situazioni negative, ma in questi casi recupero la mentalità che ho imparato quando vivevo nei pressi del pericoloso vicinato dei bassifondi: abbasso la testa e continuo a camminare.

Sono cresciuto con veramente pochi amici per il fatto di essermi dovuto spostare in continuazione, vivendo in una fattoria isolata e trascorrendo i week-end in un quartiere in cui nessuno mi conosceva. Questo credo sia il motivo per cui do così tanta importanza all’amicizia e mi ci vuole un po’ di tempo per farmi degli amici. Credo che l’amicizia sia incredibilmente importante, ma ci sono veramente solo poche persone che lo capiscono. Solo poche persone abbandonerebbero tutto e volerebbero intorno al mondo per aiutarmi; la stessa cosa che farei io se loro avessero bisogno di me. Queste sono le persone a cui io tengo più di qualsiasi altra cosa o chiunque altro.

Per quanto mi riguarda, la vita consiste: nell’avere sempre nuove e diverse esperienze, trovare quelle relazioni in cui credere e che dureranno per sempre e controllare il mio tempo. Quando morirò voglio essere con le persone che amo e voglio essere in grado di dire che ho avuto una vita unica e realizzata. Voglio semplicemente sentirmi soddisfatto. Voglio sentire di non essere stato mai troppo impaurito nel provare qualcosa di nuovo e interessante.

E’ giusto dire che hai avuto dei sogni che hai realizzato? Hai altri sogni che non hai ancora esaudito e (se possibile) potresti dire qualcosa a riguardo?

Naturalmente, faccio sogni per me stesso ogni singolo giorno. Alcuni sono semplici, altri no. Ultimamente mi piacerebbe prendere lo zaino e fare il vagabondo dall’Inghilterra al Giappone. Mi piacerebbe sviluppare la mia azienda fino al punto da poter assumere un sacco di persone e da costruire un’impresa di successo che possa proseguire anche dopo di me. Mi piacerebbe fotografare l’Artico. Mi piacerebbe un sacco passare un anno in barca navigando intorno al mondo. Mi piacerebbe dar vita ad una mia fattoria. Mi piacerebbe vedere una mia foto appesa al museo Smithsonian. Mi piacerebbe vedere una mia illustrazione alla Tate Gallery. Mi piacerebbe essere in grado di disegnare. Quest’estate voglio attraversare gli Stati Uniti in moto. Adorerei praticare kendo per il resto della mia vita tutti i giorni. Sarebbe fantastico pubblicare un libro letto e apprezzato da molti. Spero di avere figli felici e sani che portino avanti il nome della mia famiglia, che rispettino la storia della loro famiglia e che realizzino molto più di me.

SALUTI e RINGRAZIAMENTI
Chiudo con un'immagine paradossale: dopo quanto letto, l'ultima cosa che mi viene in mente pensando a Caleb è ... una persona "incatenata".

Beh, che dire, Caleb, sono molto colpita da quello che hai scritto.
Immaginavo che fossi una persona speciale, ma ora so perché!
Ti farò sapere se ci sono altre domande da parte mia o da parte di altre persone.
Grazie mille!


"Grazie per le tue parole gentili. Gli ultimi giorni sono stati difficili per me, perciò fa piacere ricevere incoraggiamento.
Mi farà piacere incontrare te e i kendoka italiani quando visiterò l'Italia in futuro."

Senz'altro nel 2012, perché i Campionati Mondiali si terranno in Italia.

"Beh, pensavo prima: l'Italia è in cima alla lista dei Paesi che voglio visitare. Ho bisogno di buoni consigli su posti dove si mangia bene."


.....C'è qualcuno di voi che vuole dargliene? ;-)

lunedì 2 giugno 2008

Intervista a Caleb Crane, autore di "Simulacre" - 2a PARTE

Kendo

Da quanto tempo pratichi kendo e perché hai iniziato?

Ho iniziato a praticare kendo circa un mese dopo che mi sono trasferito qui. Una volta trovato l’appartamento, ho trovato un dojo lungo la strada vicino a casa e ho pensato che fosse una cosa divertente da provare. Sembrava anche un buon modo per esercitarmi in giapponese, dato che nessuno al dojo sapeva parlare l’inglese. Sono arrivato qui 4 anni e mezzo fa, quindi questo è il tempo che pratico kendo, con qualche interruzione dovuta a un infortunio alla schiena e al ginocchio.

Mi piacerebbe poter dire che ho iniziato kendo perché volevo essere Luke Skywalker, ma alla fine l’ho fatto perché semplicemente mi pareva divertente.

E’ il kendo una realtà separata dalla tua vita ordinaria? Cioè, si tratta di un semplice interesse sportivo o piuttosto ritieni che il kendo abbia influenzato il tuo modo di essere?

Il kendo, per chi lo pratica seriamente qui, sembra essere una realtà separata. La maggior parte dei cari amici provengono dal dojo. Quando vanno fuori, il kendo li accompagna. Quando parlano, è quasi sempre riguardo al kendo. Ho trascorso periodi nei quali per la maggior parte del tempo frequentavo gente del kendo, ma questo era soprattutto all’inizio quando ero in cerca del mio posto qui. E’ abbastanza divertente mettere insieme i miei compagni di kendo con persone “normali”. Le persone che non fanno kendo invariabilmente finiscono per fare domande che potrebbero essere l’equivalente di chiedermi se riesco a usare le bacchette per mangiare. E’ sempre divertente guardare la gente del posto e coinvolgerla nella mia quotidianità.

Spiritualmente, sì, il kendo esiste come in una realtà separata per me. Quando al dojo fa un caldo soffocante o se sei intirizzito fino alle ossa, non ha più importanza una volta iniziato il keiko.
Una volta fissate le basi, fare kendo mi calma. La mia mente sembra cessare l’attività. Tutte le preoccupazioni e lo stress del giorno (o della vita) semplicemente se ne vanno. Io e il mio avversario siamo tutto ciò che esiste. Spesso perdo, ma me ne vado sempre via sentendomi meglio.

Fotografia

Quando è iniziata la tua passione per la fotografia?

Il mio interesse per la fotografia iniziò quando ero molto giovane guardando vecchie foto dei miei genitori quando avevano la mia età e dei loro genitori. Puoi vederne alcune qui.
Non ho avuto una macchina fotografica fino ai 18 anni. Ho fatto qualche fotografia interessante, ma non sapevo molto riguardo alla fotografia o a come funziona una macchina fotografica. Ero ancora in una fase in cui mi piaceva la tecnologia, ma non pensavo di avere sufficiente cervello per imparare cose tecniche. Molte di quelle foto sono in soffitta dai miei genitori. Penso che un giorno le tirerò fuori.

Non mi sono occupato di fotografia seriamente fino a due anni fa circa. Stavo programmando un viaggio in Vietnam e Cambogia e ho pensato che fosse la migliore occasione per portarmi su una macchina fotografica SLR (single-lens reflex). Mi sono preso un kit abbastanza economico alla biccamera e non ho pensato tanto alle caratteristiche.

Sul forum di Kendo World avevi scritto: “Non mi importa molto delle specifiche delle macchine fotografiche (…)”. Suona strano per una persona le cui foto sono acclamate in tutto il mondo. Questo fa pensare ad un uomo pratico: preferisci fare e imparare attraverso l’esperienza di qualcosa, è corretto dire così?

Il gergo tecnico e le specifiche tecnico-commerciali delle macchine fotografiche non mi interessano per niente. Quando la gente mi chiede che macchina comprare, rispondo di scegliere quella che si può portare con sé dappertutto. Ergonomia e convenienza sono le carte vincenti eccetto in situazioni veramente specifiche.

Questo è il mio approccio alle caratteristiche tecniche e simili delle macchine fotografiche: uso la fotocamera che ho per fotografare quello che voglio. Se non ho la macchina per fare la foto che voglio, mi chiedo perché non può e che cosa devo fare per ottenere quello scopo. Dunque noleggio o compro la macchina o gli obiettivi che hanno la caratteristica che mi manca. Non leggo perciò una lista di specifiche per poi decidere di comprare di conseguenza. Prima decido cosa voglio fotografare, poi compro la macchina con le caratteristiche che mi servono.

Nel fotografare il kendo, se vuoi congelare la shinai mentre si muove devi fotografare con una velocità di otturatore relativamente alta. I palazzi sportivi tendono a essere poco illuminati, perciò hai bisogno di compensare l’alta velocità dell’otturatore o con un‘impostazione ISO alta o una buona apertura. Così, settando la tua fotocamera su un’accettabile velocità di otturatore, sperimenti le gradazioni ISO e le aperture finché non trovi la combinazione che funziona per te. Se non ti piace il rumore di un ISO elevato, allora aumenta l’apertura. Se l’obiettivo non ha un’apertura sufficiente per quello di cui hai bisogno, prenditi un obiettivo diverso.

Ci sono un sacco di altri settaggi ed elementi aggiuntivi in una macchina o in un obiettivo che influenzano l’immagine risultante. Semplicemente, decidi quale immagine vuoi ottenere, poi procurati il kit giusto.

Sì, suppongo di essere un tipo pratico. Amo leggere libri, ma preferisco sperimentare la vita fuori dalla mia porta piuttosto che stare sul divano a leggere delle esperienze degli altri.
Preferisco senz’altro imparare a pescare pescando, piuttosto che qualcuno mi scriva come farlo e mi dia una mano.
Chiederei se mai dei chiarimenti e consigli su una particolare tecnica, ma ho bisogno di scoprirne la strategia da solo per interiorizzarla veramente.

Foto per gentile concessione di Caleb

domenica 1 giugno 2008

Intervista a Caleb Crane, autore di "Simulacre".

Quasi tutti i kendoka conoscono il blog Simulacre, ricco di splendide immagini di kendo (e non solo) che l'autore coglie in intensi quanto rapidissimi attimi di agonismo, con una definizione ed un'espressività stupefacenti.
Già da un po' desideravo saperne di più su questo ragazzo americano di Boston, che vive in Giappone da più di quattro anni e che l'anno scorso a 29 anni ha fondato un'azienda di consulenza sulla sicurezza informatica. Amante della fotografia, è diventato fotografo professionale per Kendo World.
Così gli ho chiesto se potevo fargli un'intervista, ed ha accettato di buon grado: "Suona divertente."
La pubblicherò in tre parti (del resto non mi aspettavo risposte così lunghe e ricche) e pubblicherò poi la versione originale su virtualkendoenglish.blogspot.com.

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PRIMA PARTE
Vivere in Giappone

Perché hai scelto di vivere in Giappone? Si è trattato di un caso (ad es. per lavoro) o di un reale desiderio dovuto ai tuoi interessi (all'Università ti sei laureato in Scienze del Computer, ma hai studiato materie complementari come "Storia e Studi sull'Asia")? Come ci sei riuscito?

Ti risponderò a ruota libera, risposte tipo "flusso di coscienza". Spero che sia ciò che stai cercando.
Io volevo andare in Giappone. All'Università ebbi la possibilità di studiare un anno all'estero a Nagoya, ma questo avrebbe voluto dire non riuscire a laurearmi in corso. Ho pensato che le opportunità di trovare un buon lavoro sarebbero state molto maggiori una volta in possesso della laurea in Scienze del Computer, piuttosto che nelle mie materie complementari di Studi asiatici. Avevo ragione. Trovai un ottimo lavoro (in modo quasi del tutto casuale) che amavo e che mi tenne impegnato per cinque anni.
Durante la mia permanenza alla "Fidelity" ottenni qualche ottimo contatto con manager a Boston, nel Texas, a Hong Kong e Tokyo. Ho anche organizzato due viaggi di lavoro a Tokyo. Ho costruito grande tecnologia partendo da zero, comprato una casa con alti soffitti, preso una nuova macchina, una moto veloce, ho avuto qualche storia seria con delle ragazze ed ero generalmente soddisfatto. La vita era comoda.

Il modo in cui sono cresciuto è leggermente diverso dalla maggior parte degli americani. Vissi in una fattoria fino a cinque anni. Mia mamma e mio papà divorziarono (cosa tipica di noi americani, suppongo...) e da allora in poi vissi con mio papà nella fattoria durante l'estate e con mia mamma durante l'anno scolastico. All'inizio mia mamma aveva veramente poco. Vivevamo in una casa diroccata con una stufa a legna come riscaldamento. All'inizio lei non aveva neanche un letto su cui dormire. Lavorava in un locale in fondo alla strada e andava a scuola durante il giorno. Alla fine si laureò e cominciammo ad andare in giro e spostarci ogni anno così che lei potesse trovare un lavoro migliore.
Ad ogni anno scolastico dovevo adattarmi a un nuovo quartiere e a nuove persone. Non fu facile.

Durante le estati lavoravo in fattoria dal lunedì al venerdì con mio papà. Al sabato andavamo a Washington D.C. per vendere i nostri prodotti al mercato Est. Poi trascorrevamo il resto del week-end in D.C. con la mia matrigna. Nel luogo in cui lei viveva, io ero un totale estraneo, un outsider. Non ero andato a scuola con i ragazzi del posto, così nessuno mi conosceva. Il nostro quartiere era abbastanza carino, ma il vicinato potrebbe essere descritto come pericoloso. Ci furono delle volte in cui non mi sentii per niente al sicuro. Ho imparato a tener la testa bassa.

Così, all'età di quattordici anni avevo vissuto in quasi tutti i cliche sociali che l'America può offrire. Potevo tranquillamente dire alle persone di essere un povincialotto che vien dalla campagna, un ragazzo del centro città, un emarginato della periferia. Ero inoltre ormai abituato a cambiar casa costantemente.

A 19 anni ho vissuto in Cina durante l'estate e la mia vita ebbe una totale esplosione.
Una ragazza sull'aereo mi insegnò le mie prime due parole di cinese, così quando l'ufficiale dell'immigrazione mi chiese i documenti potei dire "Ciao" e "Grazie" al tipo con un carabina puntata verso di me. Al momento di lasciare la Cina sognavo e parlavo nel sonno in cinese. Queste frasi non erano complesse, al massimo il linguaggio di un bambino cinese, ma questo ha aperto una finestra in me. Mi resi conto che i miei tentativi falliti di imparare il francese e lo spagnolo a scuola non significavano che ero incapace di imparare un nuovo linguaggio. Tanto più che poteva essere divertente. La cosa più bella era incontrare persone di altri Paesi, vedere luoghi di interesse stranieri e mangiare enormi quantità di gran cibo che semplicemente non avrei potuto trovare di ritorno a casa.

La mia decisione di andare in Giappone fu probabilmente influenzata da tutte queste cose. Stavo bene con il mio lavoro e nella mia casa a Boston, ma stavo diventando inquieto e insoddisfatto. Ero abituato a muovermi. Ero abituato ad avere nuove esperienze ed essere catapultato costantemente in nuovi ambienti. Non stavo vivendo nuove esperienze. Stavo solo comprando cose. Quando ero all'Università volevo andare in Giappone, ma ho dovuto rinunciare a quell'opportunità. Sono stato benissimo in Cina, ma sono dovuto ripartire dopo solo tre mesi. Potevo imparare una nuova lingua, se mi ci fossi completamente immerso. A Boston vengono parlate veramente molte lingue, ma la full-immersion non è possibile.

Così un pomeriggio entrai nell'ufficio di un vecchio boss con un sacco di contatti in azienda. Gli dissi che volevo andare in Giappone. Sostanzialmente mi disse di stilare il mio curriculum vitae e di incontrare il signor Tal dei Tali. Feci come mi disse e dopo una breve intervista il signor TdT mi chiese quando potevo partire. Due mesi dopo avevo venduto la mia casa, archiviato la maggior parte delle mie cose ed ero su un aereo.

Nessuno dei miei diplomi ha avuto una diretta influenza sul mio lavoro e le interazioni che ho qui, ma sono sicuro che l'esperienza di studiare per questo e alcune delle informazioni che ho imparato a scuola mi sono state d'aiuto.

Vivere in Giappone è come ti aspettavi che fosse?

In Cina ho imparato abbastanza in fretta che avrei dovuto evitare di farmi delle aspettative se volevo divertirmi. Quando viaggio non programmo molto o non faccio molte ricerche riguardo alla nazione. Preferisco scoprirla in modo organico. In questo modo non mi costruisco nessuna aspettativa che possa essere drasticamente ridimensionata.

Non mi aspettavo che il Giappone fosse meraviglioso o terribile. Avevo letto qualcosa riguardo alla cultura e sapevo qualcosa della lingua, ma cercavo di rimanere aperto alle esperienze così come si presentavano. I libri di testo e gli show televisivi danno alla gente l'idea che il Giappone sia A, B e C, e che i giapponesi siano X, Y, e Z. Gli autori e gli scrittori presentano il Giappone (e ogni nazione) in un modo che induce le persone a pensare in bianco o nero. La gente se ne va con l'idea che sia sempre maleducato fare così e così, o che i Giapponesi non dicono mai così e così. Quando le persone vengono qui con questi preconcetti così limitati, certamente troveranno situazioni che confermano queste convinzioni, ma se guardassero in modo più franco e senza aspettative, allora troverebbero anche eccezioni. Gli antropologi sanno che è impossibile comprendere appieno un' altra cultura, perché le osservazioni che facciamo sono direttamente influenzate dalla nostra.

Per sintetizzare le mie chiacchiere: il Giappone è e non è quello che mi aspettavo. Ho cercato di invalidare le mie aspettative prima di venire qui, e ha funzionato.

Foto per gentile concessione di Caleb

venerdì 30 maggio 2008

Aiutino number Three (e poi basta, lo prometto)

Grande GiO che ci prova!
No, non può essere Carlo Sappino, giacché il misterioso kendopersonaggio....
....NON è iscritto alla CIK.....

giovedì 29 maggio 2008

Epopea GdiG - 10

Spunta da dietro un altro esemplare...

Un'esperienza di persone.
Finito il trofeo, ecco che spunta dal nulla un altro GdiG, Claudio A. Savoia. Non era potuto venire prima per dei contrattempi, ma sarebbe rimasto ad aiutare il giorno successivo.
Dopo aver parlato un po' del Trofeo Noé Trezzi di cui era organizzatore, e della proposta di Michela di portare in quell'occcasione il suo favoloso sushi (che mi sarei persa anche stavolta), ci recammo in albergo.
Erano le 17.00.
Nella hall, Mino, sapendo che io e Michela saremmo state in camera assieme, si raccomanda con noi di non parlare troppo. "Sono sicuro che scenderete 10 minuti prima delle otto, ora in cui dobbiamo trovarci per mangiare!"
Michela protesta bonariamente: "Ma cosa dici! Scenderemo molto, molto prima!"
Io poi che tendo a essere, ahimé, molto taciturna e silenziosa, ero dello stesso parere.
Ebbene, credo di non aver mai parlato così tanto in vita mia.
Partendo dal più e dal meno, io e Michela abbiamo cominciato un profondo dialogo personale che, tra le altre cose, mi ha rivelato una persona veramente ricca di risorse.
Due lauree alle spalle, si è adattata a lavori diversi e non inerenti ai suoi studi, nei quali ha dimostrato grandi doti organizzative, che le sono valse l'ultimo incarico di responsabilità nell'organizzazione di eventi per una società sportiva, oltre alla gestione, sempre dal punto di vista organizzativo, del Jikishinkan Dojo.
Con 15 anni di passione per l'aikido, ed esperienze di insegnamento, adesso si dedica a kendo e iaido.
Riconosciuta dai GdiG come cuoca eccellente, è anche sommelier.
Stranamente Mino aveva ragione.
Quello che aveva proclamato prima a gran voce, è avvenuto puntualmente. Erano ormai le 19.30 passate.
"E' ora di andare!" - due tratti di rimmel e rossetto e giù, nella hall.
La cena, veramente gradevole, partita con una discussione tra Verrina, Zago, Savoia, Michela, Mino su quale vino scegliere, discussione evolutasi in un più acceso dibattito a colpi d'intenditore tra Michela e Claudio, ci ha accompagnato in una piacevole serata che sapeva di buon cibo e di kendo.
E anche di messaggi di vita, per captare i quali sono sempre all'erta.
Di fianco a me, un uomo parlava di una sua grave malattia e di come era stato studiato in quanto 5° caso al mondo: gli altri casi erano stati localizzati tutti in Giappone, e sembrano essere connessi all'esplosione della bomba atomica.
Non sapeva dire che relazione potesse esserci, ma il fatto di andare continuamente in Giappone è quantomeno cosa sospetta.
Essendosi fortunatamente risolta la malattia, l'insegnamento che questa persona ha recepito è: VISTO CHE E' VIVO, DI GODERSI LA VITA!

******

Sono stata anche contenta di conoscere Claudio, impegnato nel brevetto di un sistema rivoluzionario che non saprei spiegare, mi è piaciuto sentirlo parlare dei suoi viaggi, così come ho apprezzato l'affettuosa vicinanza sua e di Mino nel sapere di un mio momento difficile che stavo (e sto) attraversando. E' stata una sorpresa per me, questo loro atteggiamento.
Proprio a seguito di questa situazione difficile, e di un sacco di altri eventi che ultimamente mi stanno bombardando, si sta facendo strada in me una sensazione nuova.
Credo di non aver mai vissuto un periodo più incasinato e difficile di questo, eppure.... credo di non essermi mai sentita così positivamente strana.... le cose intorno a me, quando torno a casa la sera, hanno un che di magico.... è una sensazione mai vissuta prima d'ora...sento una voce nuova che mi sussurra qualcosa tra le foglie degli alberi o da dietro le lanterne dei lampioni...
I casi sono due: o sto impazzendo, o, visto che sono viva, è meglio godermi la vita!, con quello che mi può offrire in questo momento.

*******

Tornando in camera prima degli altri, mi godo un meraviglioso bagno caldo.
Penso al kendo, temo di non poter continuare, ancora una volta, ma penso a quando potrò.
Ancora in vasca, mi telefonano insieme Mino, Claudio e Michela per darmi la buonanotte (o meglio, nella speranza di svegliarmi... Dispettosi! ^__^).
Penso a tutte le certezze che sono crollate in 35 anni e, stranamente, dalle macerie emerge anche un certo sollievo..... o forse è soltanto il bagno che sciaqua via tutti i pensieri...
Rilassata mi infilo sotto le lenzuola, sento il piacevole contrasto tra la pelle calda e il cotone fresco, mando degli sms ai miei cari amici, arriva Michela, ancora una piacevole conversazione, poi crollo....spengo la luce....
....buonanotte.....

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Il giorno successivo, elettricità nell'aria: campionati Juniores e Kyu!
Io sono nel quadrato A con una bella persona, Andrea Morando del Genova Kendo, che anche lui si diverte molto a fare il GdiG.
Guardando un bel bracciale che aveva sul polso destro, gli chiedo: "E' il bracciale della salute?"
"Veramente l'ho fatto io... ho fuso dell'oro... ne ho fatto uno per me e uno per mia moglie, con incisi i nostri nomi... praticamente sono le nostre fedi".
Caspita, da una parte penso alla gaffe che ho fatto, dall'altra penso ad un uomo che ha fatto questo gesto di unione con la moglie... deve tenerci... anche da come ne parlava... ormai non mi capita più di sentire questo tipo di cose... Che bello....
Ad un certo punto (questo lo dico per i ragazzi di Catania, perché credo che faccia piacere, ah ... a proposito... vi mando un saluto!), verso le fasi finali dei campionati, nel nostro quadrato c'era Orlando che doveva disputare un incontro.
Si avvicina al tavolo un arbitro che era fuori dal quadrato di gara perché non doveva arbitrare.
"Voglio vedere l'incontro, Orlando è bravissimo".
Già avevo parlato della buona impressione e dello stupore che hanno generato i ragazzi del Kuma no Kai.
A proposito.... perché "Kuma no Kai"? Andrea Setti (il bambino bolognese, come lo chiama yama) mi aveva detto che dietro al significato di "Raduno degli orsi" sta una motivazione molto bella... solo che, preso dal ruolo di GdiG, poi si è dimenticato di dirmela...!

Ringrazio tutte queste persone che mi hanno dato tanto in questi due giorni di GdiG, che non sono solo due giorni di GdiG, come spero di aver comunicato.
Grazie.

mercoledì 28 maggio 2008

Caccia al "kendopersonaggio" - Aiutino number Two

Per notevole sollievo di papà Mino Filippi (che non so come mai si è dimostrato alquanto teso quando gli ho manifestato di voler fare un'intervista al figlio...), il kendopersonaggio in questione il cui nome inizia per "C", non è nemmeno Christian.
Si accettano scommesse (e metto in palio una shinai poco usata che mi hanno regalato perché non veniva più utilizzata da un gruppo di marzialisti che ha abbandonato una palestra... tenete presente che non le hanno mai tolto i cordini rossi... non so che uso ne facessero... comunque per me è troppo grande e pesante).
E' rimasto un solo aiutino... tentate.... la .....fortuna (?)

Kendo CUS Verona vince il Trofeo Noé Trezzi!

Come da diverse edizioni, il CUS Verona si afferma vincitore del Trofeo. :-)
Info nel blog dell'ALSER
Grandi ragazzi!
:-) :-) :-)

Disclaimer : Ma perché Daniel non aggiorna il medagliere sul sito (da settembre)? ;-)

Caccia al "kendopersonaggio" - Aiutino number One

Vista la pressante, enorme, insostenibile richiesta di indizi per scoprire l'identità del prossimo kendopersonaggio... ecco a voi quanto segue:
Il kendopersonaggio in questione, di cui a breve l'intervista, ha il nome che inizia per "C".

Chi mai sarà? (Tanto non indovinate..... eh eh... o sì?)

lunedì 26 maggio 2008

Epopea GdiG - 9

Ed eccomi qui, 17 maggio, pronta per una nuova avventura GdiG !
Ma dato che Mino dice che mi entusiasmo per tutto, se è il kendo, per il kendo, se sono i Giudici di Gara, per i Giudici di Gara, se è iaido per iaido, allora riformulo la frase con...
Oh no! Anche stavolta mi devo alzare presto per andare a fare due giorni di Giudice di Gara a guardare gli altri combattere mentre me ne sto lì ferma a controllare il cronometro e a cercare di capire che cosa ha detto l'arbitro quando alza la bandierina... ma chi me lo fa fare?!?
Come suona male! Mi spiace Mino, non ci riesco (chiamasi "frecciatina"... eh eh eh)
Però è vero che non ero al top. Pensieri e preoccupazioni di questo periodo mi hanno perfino fatto dimenticare che la mia squadra è arrivata terza al trofeo Cik.
...O...mi fanno dimenticare a casa il bancomat.
Me ne sono accorta a 2 metri dall'uscita del casello.
Panico.
Nel portafoglio solo 5 euro, tanto, mi ero detta alla partenza, faccio prelievo all'arrivo, ora mi preme arrivare presto.
Seee, seee! Se avessi fatto un prelievo subito (come una vocina mi aveva detto), mi sarei accorta immediatamente del misfatto.
Invece ora mi trovavo lì come un' ebete a guardare il casello. A tre passi da me, al di là di esso, ... la libertà.
E io al di qua, a non saper che fare.
L'orologio intanto continuava a fare il suo mestiere, e io ci tenevo ad arrivare presto per tracciare i quadrati e sbrigare tutti i preliminari da GdiG.
Poi mi sono detta che tanto valeva tentare, magari il pedaggio rientrava nei 5 euro...
Verdetto: 5 euro e 50 cent.
Ma noooo!
Frugo in ogni angolo dell'auto e trovo da qualche parte il mitico euro del carrello della spesa.
Salva! E al ritorno?
Farò strada normale.
E la benzina?
Accipicchia, il livello era pericolosamente a rischio.
Sai che ti dico?
Ci penso al ritorno, ora... destinazione Palasavena!

***

Arrivo là e mi metto subito all'opera. Sono molto contenta di rivedere Mino, Andrea (il ragazzo che avevo conosciuto ai campionati italiani di iaido) e Michela.
Poi facce nuove, la Pelù dell'EKK Verona e Andrea Old dell'entourage del Genova Kendo, persona squisita che si è rivelata fondamentale per il mio salvataggio del rientro.
Mi diverto molto a preparare i quadrati e i tavoli. Mi diverto molto a espletare il mio compito di Giudice di Gara. Il clima della competizione è sempre elettrizzante.
La mattinata procede intensa e poi, una bella sorpresa per me, durante la pausa pranzo. No, non l'insalata... la sorpresa è stata Laura Imperiale che mi è venuta incontro felice di vedermi. Embé?... direte voi... Ero un po' perplessa perché ultimamente avevo provato in tutti i modi a contattarla (ricordate il post "Se ci sei, batti un colpo..."?), anche tramite sms e e-mail...e invece... nessuna risposta! "Orpo (come dice nishinkan)! Avrò fatto qualcosa che non va? Sì, ma cosa?" Invece si è trattato di un insieme di circostanze fortuite che non avevano fondamenta nel mio dubbio.
Così, Laura mi vede, e mi raggiunge contenta! E io più di lei!!!
Questi campionati per me sono stati più che altro un'esperienza di persone.
(Continua....)
Alcuni esemplari di GdiG

Caccia al "kendopersonaggio"

Ciao ragazzi, per la serie "kendopersonaggi", dopo quella a Fabrizio Mandia ecco che sto per pubblicare un'altra intervista, che stavolta ho fatto io direttamente, a una persona che stimo molto e della quale desideravo sapere di più.
Di chi mai si potrà trattare? Avete delle supposizioni?
... Volete un "aiutino"? :-)

venerdì 23 maggio 2008

Dal sito della cik

"Comunichiamo alle società che su iniziativa diretta del Presidente della Federazione Italiana Scherma, Giorgio Scarso, negli scorsi mesi sono ripresi i contatti con la Federazione Italiana Kendo volti a verificare la possibilità di arrivare ad una unificazione del Kendo Italiano."

EVVIVA !!!!!! :-D

mercoledì 21 maggio 2008

23° Zuri-Cup 2008

Nulla di fatto per l'Italia alla 23^ Coppa internazionale di Zurigo.

Nella sezione Juniores Alessandro Riccaldo del Kodokan purtroppo non ce l'ha fatta ed il podio è tutto francese:
1° - Maklouf Rheda 2° - Martin Leopol 3° - Martin Elliot e Khacef Malik, tutti del dojo St. Etienne.

Anche nella gara donne la nostra Enrica Pezzo non ce l'ha fatta, ma è naturale dato che ha appena iniziato a praticare quest'anno. Sicuramente il fare già esperienze di respiro internazionale come queste, costituisce una buonissima partenza.
1° - Fadai Safiyah di Monaco (ricordate questo nome, tra poco capirete perché)
2° - Kimura Daniela di Zurigo
3° - Yokoo Dance di Monaco e Kumpf Sabrina di Francoforte

Nella gara a squadre, il nostro Cus Verona si ferma alle pool, mentre il Kodokan si spinge fino ai quarti.
Vincono (mitici nel nome) i tedeschi Rottweiler, seguiti dagli svizzeri del Budokan, terze la "Squadra Svizzera" e il Monaco.

Negli Open, la sfiga vuole che Claudio Intrieri passi la pool per poi scontrarsi con... Guido Drago! Ma insomma, con tutti quegli stranieri doveva proprio aver luogo un combattimento fratricida?
Arrivano agli ottavi Roberto Brocato, Alfonso Gebbia e i fratelli Drago, si spinge oltre Fabrizio Mandia, battuto ai quarti da.... da............. UNA DONNA, la stessa che ha vinto la gara femminile (STANDING OVATION!!!!! ehm... scusate.... è vero che trattandosi di una coppa internazionale bisognerebbe tenere ragionevolmente per gli Italiani, e... Mandia non me ne voglia, ma..... esiste una Nazione al di sopra di tutte, trasversale, ed estesa in tutto il mondo: LA NAZIONE DELLE DONNE !!!) Negli Open, tra un maschio italiano (eccetto Filippi and the joyful Jo Mazarel) e una donna straniera, sapete già per chi terrò!
1° - Kimura Oscar (bel nome!) del Budokan di Zurigo
2° - Fadai Safiyah del Monaco
3° - Schulcke Sascha dei Rottweiler e Martin Leopol del St.Etienne

martedì 20 maggio 2008

Catania di fuoco stravince ai Campionati Italiani kyu!

Un "raduno degli orsi" vittorioso agli ultimi Campionati Kyu di Bologna! Kuma no Kai di Catania si impone al 1° e 2° posto con, rispettivamente, Bonaventura e Orlando, molto bravi, che hanno stupito e fatto riflettere. Dai vari commenti che ho sentito, mi pare di aver capito che questo dojo è stato a lungo separato dalla federazione; e, ora, stupisce e si impone con ottimi risultati. Altro materiale su cui meditare..... (ma non vi preoccupate, non parlerò più della federazione).
Al 3° posto Sottotetti, che si impone anche al 2° posto dei Campionati Juniores, in cui si distingue al 1° posto un bravo Katsukawa (è troppo figo avere un italiano dal cognome giapponese!). 3° juniores Michele del Savona Kendo.
Chiedo scusa a coloro che ho omesso, ma non ho altri ricordi; comunque presto ci sarà il buon GiO che come sempre fornisce tempestivi aggiornamenti sui risultati delle manifestazioni.
Trofeo Cik vinto da Kendo Club Roma.
Complimenti a tutti!
Risultati completi qui

domenica 11 maggio 2008

Allenamento con il M° Kim In Bum, 8° Dan, istruttore dell’Accademia Militare dell’Esercito della Corea del Sud e membro della Korean Kumdo Association

Ciao a tutti voglio invitarvi a partecipare all'allenamento che il Maestro Kim Im Bum terrà martedì 20 maggio al Kendo CUS Verona: ore 20:00 - 22:00 presso il Palazzetto Gavagnin, Via Montelungo 3, a cinque minuti dall'uscita di VR est.
(E-mail di Christian)

giovedì 8 maggio 2008

London Cup! Italia prima!

Grandi ragazzi alla London Cup. Prima la squadra italiana e 2° Fabry Mandia negli individuali. Non sapevo nulla... li ho visti su Simulacre (molto belle come sempre le foto di Caleb Crane, dove si vede anche un bel ritratto del sempre sorridente Christian Filippi)!
Sito della London Cup.
Dal forum di Kendo World si legge: "Gli italiani erano di fuoco, e gli individuali maschili e femminili brillanti".
"Segnatevi l'appuntamento per il 2009, è improbabile che i francesi permetteranno agli italiani di farcela di nuovo".

Speranze per la... discussione sullo stato di salute del kendo italiano

domenica 4 maggio 2008

Si ricomincia!

Oggi ho testato il mio ginocchio in corsa, ed ha risposto abbastanza bene. Non riesco ancora a fare fumikomi (la volta scorsa ad allenamento ho provato e ho sentito cedermi la parte inferiore della gamba.... meglio andarci piano), men che meno sonkyo, ma sono abbastanza contenta.
Eh, col kendo bisogna allenarsi fisicamente!
Io che non ho esperienze sportive, ma anzi (quasi) 35 anni di pigrizia alle spalle, rivoluziono il mio sistema di vita. A giorni alterni, seguo un programma di corsa graduale (tratto dalla rivista "Correre"), preceduto da esercizi di mobilità articolare e seguito da esercizi di stretching, nella splendida cornice di un bellissimo parco che amo molto. (Aggiornamenti nella sidebar).

sabato 3 maggio 2008

Reality kendo

Mi sono scoperta pigra a memorizzare termini giapponesi, ma questo rende difficoltosa la comprensione delle spiegazioni degli istruttori quando ne fanno uso.
Perciò ho preso in mano il fascicolo "Kendo-no-Kata" (pubblicazione Heki Sui Kan) tratto dal numero zero della rivista KI.
Ho dunque chiarito bene chi sono Uchi-dachi e Shi-dachi, e cosa comportano i rispettivi ruoli.
Nota: "Entrare in sintonia con Shi-dachi, percepire così i suoi stati d'animo".
Ma...COME?
Penso che riuscire a fare questo, specialmente poi nella vita quotidiana, potrebbe veramente cambiarci la vita.
"...non abbiamo il diritto di coinvolgere il compagno in una pratica esclusivamente personale, il Kendo si fa in due ed il Kata in particolare".
Mi chiedo: tenere ben presente questo nel kendo, quanto può trasformarci nella vita reale?

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venerdì 2 maggio 2008

Letture

Ho deciso di colmare la mia mancanza di nozioni storico-culturali e teorico-tecniche riguardo al kendo.
Parto in modo blando col leggere gli articoli di kendo di tutti i numeri della rivista elettronica "KI".
Oggi ho letto "Osservazioni sul Ki-Ken-Tai" di Regoli-Lancini-Sarra sul numero 0 della rivista e sono rimasta molto stupita (e un po' delusa) nello scoprire che l'azione di fumikomi ashi ha origini nella scherma occidentale, adottata come sistema integrativo di educazione fisica dall'esercito giapponese a partire dalla fine del 1800!

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mercoledì 30 aprile 2008

Messaggi onirici

Eravamo in un posto, abbandonato, che sapeva un po' delle atmosfere del cartone "Conan il ragazzo del futuro" e che mi faceva ripensare a quando, tanti anni prima, frequentavo in quei luoghi una compagnia di conoscenti che non ho più rivisto (in realtà quel luogo non l'ho mai visto, ma nel sogno era così).
Un senso strano di desolazione e di tanto tempo trascorso.
Poi, io, Igor Novelli e Daniel Turner (del Kendo Cus Verona), siamo entrati in un posto nelle vicinanze dove c'era altra gente.
Ad un certo punto parlavo a Igor spiegandogli delle cose a carattere esistenziale, e forse canzonandolo un po'.
Allora Daniel mi fa: "Tu sei una bella persona" - anche se non dava tanto l'impressione di esserne convinto....-"ma l'umiltà è una dote molto importante..."
"Stai forse cercando di dirmi che dovrei essere più umile?"
"No, non volevo dire questo, però... l'umiltà..."
Mah, vorrà dire che mediterò sul messaggio onirico del Pikkolo Daniel.

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lunedì 28 aprile 2008

Correre ai ripari

Oggi, tra colazione e mezzogiorno, ho mangiato 4 créme caramel e 4 banane, a pranzo (alle 15,30) polenta e funghi, e a mezzanotte pastasciutta e torta al cioccolato. C'è qualcosa che non quadra nel mio regime alimentare, che ne dite?
Ho deciso perciò di far fuori tutto quello che ho in frigo e in dispensa per poi iniziare una corretta Dieta Zona, in cui si mangia 5 volte al giorno secondo prefissate proporzioni tra carboidrati, proteine e grassi, e che promette (e, per testimonianze varie, mantiene), forma fisica, ma soprattutto efficienza fisica e migliorate prestazioni per gli atleti.
Sperimento poi vi so dire.
Ovviamente con la clausola: 6 giorni su 7, e il settimo giorno... libero sfogo alla mia indole gastronauta, magari con la preparazione di qualche manicaretto alla "yama"...... ^___^

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martedì 22 aprile 2008

Ironia della sorte... (ma la sorte non ha un gran senso dell'umorismo...)

Bé, ecco, io non ve lo volevo dire, né ve l'ho detto prima, per scaramanzia... ma ...stasera riprendo kendo! E stamattina, sono rimasta a piedi con la macchina...
Ragazzi, io comincio a preoccuparmi sul serio...


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venerdì 18 aprile 2008

Lezione CUS VR del 18/01/08


Esercizi:
1) Seme – Men
2) Seme; sento la pressione di motodachi verso la mia dx, faccio scorrere shinai in alto e colpisco gyakumen sx
3) Mi ritrovo con la punta a sx rispetto a shinai dell’avversario, perciò lui preme verso la mia sx: faccio seme – porto verso l’alto la mia shinai e gyakumen sulla dx

Osservazioni:
1) Il tallone deve essere sempre poco sollevato da terra, anche avanzando o indietreggiando, devo sempre mantenere la tensione nella gamba sx e dx verso il basso per ancorarmi al terreno
2) Quando faccio fumikomi, NON distendere la gamba dx; quando avanzo, l’avversario deve sentire la pressione del mio avanzamento: devo come comporre un muro che avanza, sotto con lo “stinco” verticale e sopra con il busto eretto
3) Per un corretto avanzamento e kiai: tenere in tensione glutei e addominali
4) Attenzione al lavoro di polso
5) Attenzione alle braccia: è un errore tenere i gomiti aperti, sia per le occasioni di koté offerte all’avversario, ma anche perché l’azione si blocca in un punto, non prosegue libera. Accidenti, non so come spiegarlo… se si tengono i gomiti più serrati, più verso l’interno, nel momento di distendere le braccia, l’azione risultante è la liberazione di un’energia verticale, proprio quella che serve alla shinai per colpire; se invece si tengono i gomiti aperti, l’energia si disperde verso l’esterno, e nel momento di abbassare la shinai, l’azione risulta spezzata, non è determinata dal libero fluire dell’energia cinetica. (Non so se è chiaro, allegherò disegnetto esplicativo).

Annotazione post allenamento di CHRI (stian Filippi):
Ho mostrato molta esitazione prima di colpire; negli esercizi, prima del semé, devo già avere in mente cosa fare.

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giovedì 17 aprile 2008

Anche ieri sera ho mangiato un po' troppo...

Ho fatto un sogno molto confusionario.
Eravamo in un edificio pubblico, dovevamo preparare un viaggio? Quello che ricordo con precisione, purtroppo, è questo: in una sala d'attesa di fortuna, c'era Mino Filippi ad un tavolo che mi mostrava gli ultimi cibi portati dalla Sicilia. Il cibo tipico in questione era un mostro informe, simile ad una piccola foca, ma della consistenza di un budino sfatto, bianco, che si muoveva a fatica sul tavolo, colmo di cumuli di grasso. Doveva essere una prelibatezza, e io piano piano, pezzetto per pezzetto l'ho mangiato tutto, mentre parlavamo io e Mino. Poi abbiamo spostato tavoli e sedie di quella stanza abbandonata, e ad un certo punto Mino mi chiede che fine ha fatto il mostro. Gli ho detto che l'avevo mangiato, e lui si è dimostrato soddifatto, come quando si mostra apprezzamento per un cibo finendo tutto quello che c'è in un piatto. Solo allora mi sono accorta che, poiché prima l'"animale" camminava, dovevo averlo mangiato vivo.
A questo segue un altro sogno un po' macabro...
... mi sa che d'ora in avanti seguirò il consiglio di GiO... prima di andare a letto, un brodino leggero leggero....

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giovedì 10 aprile 2008

Nostalgia...




... di grandi risultati.
Parte con questo post una serie di mini articoli monografici per evidenziare alcuni personaggi del nostro kendo, per saperne di più dei campioni, ma anche di semplici amici e conoscenti, per conoscere come vivono la pratica di questa meravigliosa disciplina, per dipingere un quadro impressionista sul nostro amato kendo italiano. Aspettatevi, chissà..., di venire contattati via e-mail, e venire ospitati tra le pagine di questo blog, con i vostri pensieri e riflessioni, se volete. Prendo spunto da un'intervista fatta da praticanti turchi a Fabrizio Mandia, che ritengo significativa e che vi traduco di seguito.

Potresti descriverci il tuo programma di allenamento settimanale? Quale tipo di allenamento - kirikaeshi, kakarigeiko, uchikomigeiko...- è il più importante e perché?
Per quanto riguarda l'allenamento che portiamo avanti in Alessandria, ci alleniamo al mercoledì e al venerdì dalle 19:30 alle 21:30 (nel 2005, NdT) , durante gli altri giorni pratichiamo individualmente con amici, o alleniamo il fiato con la corsa ecc. All'inizio facciamo esercizi di riscaldamento, seguiti dai fondamentali con la shinai, possibilmente di fronte a uno specchio in modo da poterci accorgere degli errori; ovviamente tutto questo sotto la supervisione di un istruttore che ci corregga errori di postura e movimento. Per me non c'è un esercizio più importante dell'altro, perché ogni singolo esercizio è estremamente importante e ritengo che l'unico modo di capire la reale importanza degli esercizi sia quello di eseguirli con la massima determinazione e caparbietà, concetti in cui credo veramente.

Cosa fai a livello mentale per migliorare il tuo kendo?
L'unico modo di cui dispongo per poter migliorare il mio kendo mentalmente, fisicamente e spiritualmente è non smettere mai di scoprire cosa il kendo possa realmente darmi.

Qual è la più grande sfida che stai affrontando al momento?
La più grande sfida che sto affrontando è vedere fin dove posso arrivare, cercando di non perdere la speranza nei momenti più duri.

Al momento i migliori kendoka provengono dal Giappone, ma il livello degli altri Paesi sta aumentando. Pensi che potrebbe mai invertirsi il flusso: esperti kendoka dal resto del mondo al Giappone?
Credo che per tanti anni ognuno abbia ritenuto che la parola "kendo" fosse solo giapponese, oggi posso dire che il kendo è diventato una realtà universale proiettata verso un futuro molto prossimo, in questo credo veramente; sicuramente non riusciremmo mai a ottenere questo nel modo in cui lo fanno i giapponesi, anche perché sarebbe innaturale, ma possiamo prendere continuamente ispirazione dalla loro cultura per aiutare noi stessi a crescere.

Osservando la squadra italiana a Budapest, ha un eccellente spirito di squadra. Che consiglio hai da dare a coloro che volessero costruire un buon spirito di gruppo?
Sulla base della vicinanza e della determinazione che ho percepito nella squadra a Budapest, c'è una cosa veramente importante che ritengo sia il nostro maggior punto di forza, e cioé la nostra amicizia, e la volontà non solo di partecipare, ma anche di vincere!! Questa è una regola generale e fondamentale per dar forza ad un gruppo vincente.

Ti eri prefisso l'obiettivo di diventare Campione Europeo, o è stata una cosa che è semplicemente accaduta?
Non pensavo di diventare Campione Europeo, guardando i tabelloni con tutti i nominativi, sembrava che non ci sarebbe più stata una fine, e ho pensato che sarebbe stato impossibile arrivare in fondo, ma ora posso dire che "Impossibile" è solo una parola usata dalle persone che preferiscono vivere nel mondo consolidato, invece di provare a cambiarlo. "Impossibile" è soltanto un'opinione e non un fatto, e, ancora più importante è che "Impossibile" non può essere per sempre.

Quanto è importante lo shiai per il miglioramento del tuo kendo?
Lo shiai è fondamentale per esprimere nel miglior modo il più profondo me stesso, molti dicono che il kendo è l'espressione dell'anima di una persona. Io lo credo veramente, così come credo che in un buon shiai puoi percepire tante piccole cose relative a ogni singola persona che sta combattendo.

Perché hai iniziato kendo? Perché hai continuato a praticarlo?
Ho iniziato kendo per caso, prima praticavo aikido, ogni tanto vedevo mio fratello praticare kendo, era una disciplina molto affascinante. Quando ho iniziato ero veramente incapace, molte persone mi dissero che non ero tagliato per il kendo e l'ho presa come una sfida. Ora posso dire che il kendo è parte della mia vita.

Qual è il tuo prossimo obiettivo?
Attualmente è quello di vincere i Campionati italiani ed europei.

Il tuo kendoka preferito? Perché?
Attualmente il mio kendoka preferito è il signor Masatake Sumi, lo considero un secondo padre, un maestro di vita e di kendo e uno dei miei principali punti di riferimento nella vita.

Echi di questa intervista del marzo 2005, si ritrovano nel blog di un atleta della nazionale inglese, "Kendo Suburi Diary", un diario in cui viene narrata quasi quotidianamente l'impresa che il blogger si era prefissato, di praticare 1000 suburi al giorno per 1000 giorni.
Nel suo post del 7 dicembre 2005 si legge: "Ho letto un'interessante intervista con Fabrizio Mandia, campione italiano ed europeo (...). E' tutta ottima, ma mi piace particolarmente la parte quando dice ""Impossibile" è solo una parola usata dalle persone che preferiscono vivere nel mondo consolidato, invece di provare a cambiarlo. "Impossibile" è soltanto un'opinione e non un fatto, e, ancora più importante è che "Impossibile" non può essere per sempre."

Fabrizio Mandia è conosciuto, oltre che per essere il primo italiano a salire sul gradino più alto del podio europeo, anche per un memorabile incontro contro Hirao ai mondiali di Glasgow 2003.
Consiglio di leggere le belle pagine della rivista KI in cui un "corrispondente" dal Giappone registra la reazione nipponica al fantastico risultato italiano attraverso la stampa specialistica.
Si parla appunto dell'incontro tra Fabrizio e Hirao, una sconfitta italiana molto controversa, come risulta anche da numerosi commenti del tempo che si possono trovare nel forum di Kendo World:
Topic: Kendo>Training>"World Championships"; il 22/12/2005 l'utente inglese The great I AM scrive: "Quote: E' piuttosto difficile convincere i giudici giapponesi che effettivamente hai fatto dei punti contro un giapponese(...)Ho visto lo shiai agli ultimi WKC tra Hirao e Mandia (italiano), ognuno ha potuto vedere Mandia tirare come minimo 2 hikimen e un gyakudou, ma soltanto un arbitro, che credo fosse giapponese rappresentante di un'altra nazione, ha alzato la bandierina. Gli altri tipi, bianchi, sembravano preoccupati riguardo a cosa sarebbe potuto accadere loro se avessero attribuito un punto per far fuori un kendoka giapponese. Preoccupati più di questo che di dare un corretto ippon.E' una cosa triste da vedere, e ti fa chiedere per che cosa esattamente combatti, se le tue chance di vincere, se FAI un ippon contro uno di questi tizi, sono ridotte da questo tipo di cose."
Samurai999, americano, risponde il giorno dopo:"Ne ho sentito parlare. I sensei che conoscevo che erano là (Matsuda sensei ecc.) dicevano che un tipo italiano aveva ottenuto un punto (o due) contro il Giappone, ma i giudici "non avevano visto"(...).Sono d'accordo che anche se il Giappone è forte, se un punto è un punto, e se i giudici sanno di averlo visto, devono chiamarlo. E' così triste che questo tipo di cose accadano in un campionato mondiale. Ho anche sentito che quei giudici in seguito hanno avuto una bella strigliata da parte dei superiori."
Risponde The great I AM: "E' triste. Sembra quasi farsesco. Aspettarsi che uno colpisca l'avversario non significa affatto che l'avversario non debba fare punto. E' triste. In aggiunta a questo, Mandia divenne campione europeo l'anno successivo. Vinci qualcosa, perdi qualcosa!"
Prima ancora, il 07/10/2003 nel topic General>Lounge>"Judges who shouldn't judge" MaxPayneWayne scrive:"(...)Ai WKC ho visto due match in cui c'erano dei giudici che non avrebbero dovuto giudicare. Fabrizio Mandia (Italia) contro Hirao (Giappone). Fabrizio ha vinto quel match. Avrebbe dovuto vincere per 2-0. Ha fatto due chiari men su Hirao e uno degli arbitri l'ha segnalato, ma gli altri due non l'hanno fatto. Erano chiaramente degli ippon, ma suppongo che non poteva essere che un europeo potesse battere un giapponese, vero??"
AlexM, francese, risponde due giorni dopo: "Il match tra Hirao e Mandia è stato una disgrazia. Soltanto un giudice ha avuto il coraggio di dichiarare l'ippon. Gli altri due shinpan hanno fatto vistosi errori: era semplicemente così evidente che Hirao è stato colpito e che avrebbe dovuto perdere.(...) Non credo che un maggior numero di seminari per arbitri cambierebbe quello che è successo nel caso del match tra Mandia e Hirao: i due arbitri che hanno rifiutato i punti italiani erano ovviamente consapevoli di che cosa costituisce un ippon, erano solamente troppo preoccupati riguardo a chi era il favorito (il che è peggio perché ciò implica che erano dei codardi)."
Infine, per completare il quadretto, il parere di un altro utente, Keenan, 11/04/05, che, nel sondaggio Kendo>Dojo>"What grade is your dojo leader?", commenta così il suo allenamento col nostro Fabrizio: "Voi affrontate delle competizioni belle toste ai campionati europei. Mi sono allenato con il campione in carica Fabrizio Mandia e, lasciatemelo dire, è proprio forte. E' ancora un sandan, ma credo che mostrerà, ancora una volta, il più forte kendo in Europa. Vorrei essere ancora in Europa. Mi piacerebbe guardare la competizione."

Che nostalgiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Come per chiudere degnamente questo quadro, vai alla discussione sullo stato di salute del kendo italiano
Foto tratte dal sito della European Kendo Federation.

Ama (Cus Verona) vs La misteriosa difficoltà delle donne di parcheggiare (dojo: mondo femminile)

E' inspiegabile la notoria incapacità delle donne nel gestire l'automezzo durante il parcheggio. Io non faccio eccezione. MA poiché quando qualcosa viene dato per scontato e ineluttabile, subito si accende in me uno stato d'animo ribelle (leggasi: incazzatura), ho raccolto a piene mani questa difficoltà e ho cominciato da qualche mese ad esercitarmi e ad esprimermi nei più folli parcheggi.
Prima, appena si prospettava all'orizzonte la possibilità di un parcheggio tra due autovetture, scongiuravo subito il pericolo facendo piuttosto il giro dell'isolato alla ricerca di uno spazio con almeno un'estremità libera da una parte dalla presenza delle macchine, in modo da potermici inserire con comodo ed eventualmente ripartire senza manovre.
Quando poi ero costretta ad incastrarmi tra due auto, la tensione andava alle stelle, specialmente se nel frattempo arrivavano altre auto che dovevano passare e intanto rimanevano bloccate ad aspettarmi (e a godersi lo spettacolo, aggiungo io...). Ma da un anno a questa parte... taDAAAAA!!!! Mi sono esercitata ben bene, complice anche il fatto che per lavoro ho dovuto iniziare a guidare un camioncino di surgelati, e ora posso tranquillamente affermare, (dopo ben 15 anni di patente.....), che il parcheggio non ha più segreti per me, ah ah!
"MEN ARI" !!!!
D'altronde, se non riesco a percepire bene le distanze e la spazialità, cosa mai potrò combinare nel kendo? (^___^)

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lunedì 7 aprile 2008

Iaido

Ieri, domenica, sono andata a curiosare al nipponto dojo per assistere ad una lezione di iaido del m° Magotti; li avevo visti praticare ai Campionati italiani in cui ho fatto da giudice di gara; il fatto che pratichino di domenica è una pacchia, perché così posso iniziare a praticare iaido nonostante la settimana sia impegnata tra kendo e aikido. WOW!
E' un dojo privato molto bello, pavimento in legno, abbellito con oggetti originali giapponesi (molto bella un'armatura samurai nell'ingresso), e arredato in stile sobrio, essenziale ed accogliente.

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venerdì 4 aprile 2008

Nota

Dato che la discussione sullo stato di salute del kendo italiano mi interessa troppo, affinché non venga accantonata e persa di vista, alla fine di ogni prossimo post metterò il link al post che ne parla, che costituisce anche una porta d'ingresso al forum del Genova Kendo, a un passaggio del blog delle Kendonne e a un riferimento a riguardo nel blog di Yama-san.
Da qualunque ingresso si voglia accedere, commenti e opinioni sono ben graditi.
Ciao!!!

giovedì 3 aprile 2008

Prova

Post di prova...
Vediamo se l'integerrimo kendoka nella sidebar interviene per difendere la morale...
SHIT ! ASSHOLE !

mercoledì 2 aprile 2008

Se ci sei, batti un colpo...

... ma...ma... Laura!!! Dove sei finita?

martedì 25 marzo 2008

Riflessioni sul kendo italiano

Sono rimasta colpita dai risultati dei Campionati Europei di Kendo 2008. Ancora di più dalle riflessioni a riguardo sul blog delle Donne del Kendo.
Ho assistito da spettatrice agli allenamenti della nazionale e, premettendo che non ho alcun titolo per poter giudicare (per cui quanto dico, ne sono consapevole, ha il valore di pure impressioni) sono rimasta un po' perplessa.
L'ossatura degli allenamenti era costituita da continui incontri, per ore, tra tutti i partecipanti convenuti alle selezioni, e questo mi è SEMBRATO, ripeto: SEMBRATO, un po' sterile, nel senso che la stessa cosa poteva essere fatta su iniziativa degli stessi partecipanti di trovarsi in qualche luogo a praticare tra di loro.
A me, non ha dato la sensazione di qualcosa di mirato e di organizzato.
Sappiate però che io non ho mai indossato, non dico l'armatura, ma neanche gi e hakama di kendo, tanto per dire quanto possa valere la mia opinione. Sono ben felice di ricevere commenti contrari a quanto detto, mi serve per saperne e capirne di più.
Leggere poi sul blog delle kendonne di un certo assenteismo ad importanti occasioni di allenamento internazionale, sconforta, soprattutto in relazione alla voglia di apprendere e alla grinta che sembrano mostrare in questo le altre nazioni, consolidate o emergenti nel mondo del kendo.
Vorrei chiedervi, per saperne di più, (al di là dei risultati dei CCEE2008) quali sono le nazioni europee dove si pratica il miglior kendo. Mi sembra di aver sentito Francia e Germania? Quali in ogni caso le città straniere più vicine e valide? Oppure quali i seminar e gli eventi più qualificati? Tanto per saperne di più... Grazie!

PS- In ogni caso, complimenti alle kendonne!!!
Altro link di discussione qui
LE IMPRESSIONI DI CHI C'ERA E HA VISSUTO QUEI MOMENTI

lunedì 24 marzo 2008

Virtual Sensei... :-)


Appunti tratti da "Bamboo Blade"... ^___^

Tsugi ashi: questo movimento è usato quando l’avversario si trova di fronte a voi.
Dovrete portare il piede sinistro dietro a quello destro, in modo tale da poter coprire più distanza usando il piede destro per direzionare quello sinistro.
Okuri ashi Hiraki ashi Tsugi ashi Ayumi ashi: queste sono le quattro basi fondamentali del movimento dei piedi.
Dovrete sempre avere il piede destro in avanti.
Prima di avanzare assicuratevi che il piede più avanzato sia leggermente obliquo.
Portate tutto il peso in avanti.
Sollevate leggermente il tallone del piede sinistro, così potrete muovervi più rapidamente.
Entrambi i piedi dovranno stare di mezzo passo lontano mentre camminate.
Se però i piedi saranno troppo distanti, l’attacco non andrà a buon fine.
Se farete passi troppo piccoli, il vostro attacco non sarà bilanciato.
Se partirete scoraggiate, sarà facile penetrare la vostra difesa.
Prima di spostare il corpo sulla destra, dovrete muovere il piede destro.

Tama-chan Sensei

domenica 23 marzo 2008

EVVIVA !!!


COME CARE PERSONE GIA' SANNO DATO CHE SONO STATE DA SUBITO AVVISATE CON UN SMS A CARATTERI CUBITALI, HO RIFATTO LA RISONANZA MAGNETICA E FATTO UNA VISITA DA UNO SPECIALISTA VERAMENTE TOSTO E.... E' TUTTO OK!!! HO PRESO UNA BELLA PACCA E IL LEGAMENTO CROCIATO SI E' STIRATO MA NON C'E' NULLA DI COMPROMESSO, E' INTEGRO!!! DEVO RINFORZARE IL QUADRICIPITE CON DUE SEDUTE DI NUOTO ALLA SETTIMANA, GRAN GHIACCIO.... ANCORA UN MESE E MEZZO DI ASTINENZA DAL KENDO E POI..... KENDO ASPETTAMI !!!!!
YUHUUUUU!!!

sabato 8 marzo 2008

Festa della Donna

Wow!!! Che bella sorpresa che mi è stata fatta!!! Che bel regalo!!! Grazie!!!

venerdì 7 marzo 2008

Lezione CUS VR dell'8/01/08


Visto che per il momento non mi resta altro, trascrivo gli appunti delle (poche) lezioni che ho fatto in tempo a fare in gennaio.
Parto con quella dell'8 gennaio, la seconda lezione del rientro.
Lo so... qui nishinkan avrà da prendermi in giro... ANCHE stavolta ho fatto fatica a trovare il posto, perché l'anno scorso si praticava vicino all'Arena, invece quest'anno, per due sere a settimana praticano anche nel bel palazzetto della Facoltà di Scienze Motorie. C'ero già stata in luglio per lo stage con Sakudo Sensei (vedi gli appunti nella sidebar), ma non mi ricordavo come arrivare. Così, mi sono persa, e sono faticosamente approdata alla Facoltà, dal lato sbagliato, perché una volta entrata mi sono trovata in mezzo a bianchi praticanti di scherma sportiva, anziché agli scuri praticanti di scherma giapponese.
Insomma, tra una cosa e l'altra ho perso un'ora di lezione, ma, una volta arrivata, mi sono gettata nella mischia, io, a digiuno di kendo da un'eternità, ad esercitarmi niente di meno che in hiki men (men sferrato retrocedendo)!!!
Oltre allo spaesamento del ritrovarmi in un luogo diverso, di un ritorno improvviso al kendo dopo un anno di profondo desiderio insoddisfatto, di ritrovarmi tra tante facce nuove, mi sentivo proprio fuori luogo, senza basi, a tentare di fare hiki men!!!

ESERCIZI
Quella sera abbiamo fatto esercizi di hiki men, scomposto in tutte le sue componenti: avvicinamento tra gli avversari fino alla tsuba; allungare gamba sx tenendo fermo corpo e shinai; "alzare" appena piede dx spostando corpo indietro (mantenendo verticalità) e facendo scorrere shinai "sulla testa"; battere piede dx mentre si colpisce sul men dell'avversario, indietreggiando.
IMPORTANTE:
- è il corpo a creare il movimento, non sono le braccia;
- lasciare andare l'estremità della shinai, non esaurire il colpo sul luogo;
- il punto esatto per un corretto men: punta della shinai appena dopo la "grata" del men;
- dire "Yaaah!" all'inizio non è casuale, serve per la respirazione: espirare nel semé ma non completamente, il resto dell'espirazione serve per l'azione;
Altri esercizi sono stati sul men (devo fare attenzione a non portare indietro la punta della shinai durante il caricamento), esercizi con motodachi nel fare 3 piccoli men di seguito (attenzione alla mano sx: è quella che agisce!), ed esercizi che consistevano nel fare 1/2 passo avanti e uno lungo indietro.

CONCETTI
- Sempre, sempre, afferrare il centro.
- Nel momento in cui l'avversario rompe il kamae, sicuramente c'è occasione di colpire.

MIE DIFFICOLTA'
- kamae
- avanzamento
- mancanza di allenamento
- braccia rigide

ATTEGGIAMENTO
- Agire (come se fossimo) convinti. SEMPRE.
- Dialogo con motodachi: dobbiamo essere minaccia per lui, ma anche piacevoli nella pratica.
Ed è proprio a proposito di quest'ultimo punto che ho scoperto una nuova, imprevista sensazione: da tempo mi chiedevo cosa intendessero dire, quando sentivo parlare i kendoka del rapporto di dialogo tra gli avversari.
E quella sera, per la prima volta, ho iniziato a capirlo.
Tra l'altro, in modo del tutto inaspettato.
Credevo che certe sensazioni si sviluppassero durante il combattimento tra persone tra cui c'è già comunque un certo feeling.
Invece.... macché!
Mi è capitato di sentire, per la prima volta, un'energia speciale durante esercizi (non posso certo parlare di shiai o jigeiko) con una persona. Mi si è piazzato davanti, con un kiai, uno sguardo e un'energia nei movimenti che mi hanno tirato fuori dalle viscere un fuoco potentissimo! Voglio sempre mettere spirito anche nel più semplice esercizio, ma generalmente è una mia azione che faccio su di me, mentre con lui... mi veniva fuori da sé, era lui che mi estraeva lo spirito!
Ma la cosa più strana e che mi ha reso perplessa, è che con questa persona non ho un feeling particolare.
Si tratta di Klaus.
Il nostro rapporto di conoscenza si limita a questo:
"Ciao"
"Ciao"
"Come va?"
"Bene, grazie"
Stop.
E' una persona simpaticissima, ma semplicemente siamo due individui, per carattere ed esperienze, molto distanti. Tutto qui.
Mai avrei pensato che nel kendo le alchimie potessero essere così diverse che nella quotidianità.
Strano.
E bello.

martedì 4 marzo 2008

Campionati Italiani Kendo 2008

CHRISTIAN FILIPPI, OVVERO IL MIO ISTRUTTORE, VICECAMPIONE ITALIANO!!!
W !!! W !!! W !!! W !!! W !!! W!!! W !!! W !!! W !!! W !!! W !!! W!!!

giovedì 28 febbraio 2008

Una notte dopo la zuppa di ceci

Ho sognato Walter Pomero. Eravamo... non so se nella hall di un hotel o in un palazzetto dello sport. Era l'organizzatore di una manifestazione, ma non so se di kendo o una serata di svago; forse era un sayonara party. C'erano tante persone che ballavano. Dal lettore CD portatile sentivo dei brani che mi piacevano, gli ho chiesto chi era il gruppo e lui:"Ah, secondo me sono i migliori! Sono i... (non mi ricordo, un nome mai sentito). Perché non ti sei portata il decodificatore?"
Io non sapevo a cosa si riferisse, poi ho capito che doveva essere un marchingegno che era in grado di riconoscere CD, come per esempio fa iTunes, che riconosce da solo titolo del CD, nomi dei brani e autori.
Credo che fosse come per dirmi: "Invece di far domande, perché non ti arrangi da sola?".
Poi improvvisamente mi sono accorta che erano le 14:30!!! "Avrei già dovuto essere a Torino, a La Loggia, per un seminario di aikido, ma da qui ci vorranno due ore!!!"
E lui mi guarda come per dire: "E chi se ne frega?".
Allora, sapendo che era di Torino, gli ho chiesto le indicazioni per arrivarci il più in fretta possibile.

domenica 24 febbraio 2008

Una cosa è certa...

...che, se e quando sarà, se dovessi riuscire a creare una situazione favorevole per potermi operare, e nell'eventualità, portare a termine perfettamente tutti i mesi di riabilitazione... TORNERO' AL KENDO PIU' INKAZZATA CHE MAI !!! >:-(

sabato 23 febbraio 2008

Virtual Kendo

Per quanto riguarda il mio ginocchio non mi sono fidata infatti. Il medico di base stesso, una volta letto l'esito della "visita dei Mah" che vi ho raccontato, si è messo a ridere e mi ha guardato dicendo: "Qui c'è scritto che può riprendere l'attività sportiva e poi tra qualche mese valutare eventuale operazione?! Sono perplesso".
"Si figuri quanto lo sono io!".
Così ho chiesto il parere di un mio ex, fisioterapista, nonché il mio primo istruttore di aikido quando "militavo" nella Fesik (il quale, essendo nell'ambiente delle arti marziali, oltre che per la sua professione, poteva darmi un parere più fidato): "Iaido zero! Kendo?! Aspetta almeno due mesi... e comunque...non lo consiglio. Visto il gioco che fa la tua gamba con il test "del cassetto"... mi sa che il legamento potrebbe essere rotto. Aspetta che si sgonfi il ginocchio e rifai una risonanza magnetica, più attendibile senza versamento e sangue; stai ferma per almeno due settimane, gamba in su, ghiaccio 20 min ogni 2-3 ore. Se ti operi... ti ci vogliono almeno 2 mesi per tornare a camminare, 4 per tornare a correre e complessivamente quasi un anno di riabilitazione fisioterapica".
Devo lavorare, non posso rimanere ferma così tanto.
Credo di non aver mai desiderato tanto una cosa come praticare il kendo.
Eppure questo desiderio si ostina in modo prolungato a non avverarsi.
E pensare che avrò fatto una decina di lezioni! Non ho nemmeno mai indossato un'armatura! Non sono mai stata blu! Non ho nemmeno gi e hakama! Beffa della sorte, mi sono appena arrivati e nemmeno li sfoggerò!
Mi sa che il mio kendo è destinato a rimanere molto virtual.

martedì 19 febbraio 2008

martedì 12 febbraio 2008

Epopea GdiG - 8


Grande Yama che procede ai quarti!!!
Una gran bella mattinata, per me, ricca di una nuova esperienza.
Arriva l'ora del pranzo. Tra pastasciutta e insalata, avevo scelto di prenotare la pastasciutta: avevo pensato che di solito nell'insalata ci mettono i pomodori crudi, cosa che io semplicemente aborro, perciò avevo optato per la solita pasta scotta con sugo alla bolognese, almeno così credevo.
Invece mi ritrovo tra le mani una zuppierina di plastica con ... un'insalata di penne fredde, cubetti di formaggio, rucola e... NOOO!!! Mio ddio!! I pomodorini!!! Sudo a quella vista sconfortante. Tento di mangiare solo la pasta e tralasciare i cosi rossi, ma contro di loro non c'è niente da fare: il loro sapore s'insinua sempre irrimediabilmente in qualunque cosa con cui essi entrino in contatto! Così dopo tre tentativi, alias tre penne rigate, cedo e, anche se ritengo un vero dispiacere sciupare il cibo... proprio non riesco a procedere oltre. Fortuna che ero stata previdente: da casa mi ero portata un intero salame.
Perciò, della mensa trattengo il pane, e mi rifugio in macchina, dal mio caro insaccato.
Al pomeriggio le finali delle varie categorie, oltre all'unica poule dei V Dan.
Comincio perciò a conoscere i vari personaggi, "quelli che vincono sempre"... per intenderci, i Filippi e i Mandia dello Iaido.
Mi è piaciuto molto vedere Cauda e Battista competere assieme: sebbene avversari, si muovevano all'unisono e questo creava una bella energia palpabile.
Comunque grande è la contentezza, al momento delle premiazioni, per il lavoro svolto e soprattutto per il risultato del caro Yama. Sapete che oltre al bronzo si è cuccato un bel Fighting Spirit??? Dovevate vedere che Spirit, mente estraeva la spada, mentre procedeva fermo: sono certa che il suo avversario immaginario se l'è svignata di corsa!
Tutto sommato abbiamo finito presto, perciò accolgo l'invito di Yama a fare una passeggiata per Bologna, pensieri e parole davanti a un aperitivo, con la mia gamba sempre più dolorante e un amico sempre più vicino.
Alla sera cena con buona parte degli atleti in un bel posticino... ci voglio proprio tornare! Aria di fiaba nel nome ("La Luna nel Pozzo") e nell'allestimento e poi... si mangia un gran bene!!!
Come al solito, mi devo scontrare con la mia "orsaggine" nei miei rapporti con gli altri: da una tavolata di venti persone non ho ricavato una sola conoscenza. Sono contenta però di aver rinsaldato la mia amicizia con Yama, e di aver conosciuto, durante la gara, il collega GdiG Elio, che mi è veramente troppo simpatico!
C'era anche un ragazzo giovane molto simpatico, tale Andrea Setti del Musokan, che mettendosi d'accordo con la ragazza del piano bar, ha organizzato sul momento una simpatica sputtanata di uno degli incoronati del Campionato. E giù Elio a dare corda ad Andrea cantando con foga e di gusto al destinatario dello scherzo "We Are The Champions". Mi ha fatto morir dal ridere!
Torno in camera, e stanca morta, con il ginocchio che reclama i suoi diritti, mi accascio a letto, mentre gli altri si attardano nella hall.
Mi sveglio la mattina, come al solito, in ritardo.
Di norma mi alzo mezz'ora dopo la sveglia prefissata.
La colazione è degna e gustosa, yogurt, uova, bacon, 3 fette di torta, una tazza di caffé americano e un espresso. Ma tutt'intorno ai tavoli non si vedono più gli iaidoka e gli arbitri. Meglio darsi una mossa.
Domenica l'organico GdiG è proprio ridotto all'osso, ma nella competizione a squadre non c'è neanche da tenere il tempo.
Io non so cos'abbiano i piemontesi in corpo: anche qui, nello iaido, vincono loro!!!! Primo posto alla Reale Società Ginnastica Torino.
Saluti, convenevoli, ringraziamenti, premiazioni. Sono contenta.
E dulcis in fundo (è proprio il caso di dirlo), un pacchetto dei buonissimi "Zuccherini di Monghidoro"... dolcetti tipici locali donati agli arbitri e a noi GdiG.
Non mi trattengo per gli esami (che mi hanno detto essere stati complessivamente deludenti) e inforco la macchina sulla via del ritorno, chiedendomi come mai non ho scoperto questo nuovo mondo, il kendo, lo iaido, i Giudici di Gara... 10 anni fa! Dalle mie parti tutto questo non c'è, e ne sono venuta a conoscenza tramite un forum di arti marziali che frequentavo. Ma ogni cosa accade al momento giusto. In fin dei conti... se ripenso a me 10 anni fa...
Prima di chiudere vorrei segnalare un
  • bellissimo libro
  • che era in presentazione ai Campionati: "Nipponto", un prezioso manuale riccamente illustrato, una fine edizione completa di tutto quanto occorre sapere sulla più affascinante e spietata arma bianca della storia.
    Tra l'altro l'autore era uno dei partecipanti ai CCII e si appresta a diventare il mio istruttore di iaido, poiché sono rimasta così affascinata da questa disciplina, che oggi l'ho contattato per prendere informazioni e iniziare a praticare, se il mio ginocchio vuole!
    Prossimo, irresistibile appuntamento... i Campionati Italiani di kendo!!!



    Nella foto di Yama, un momento della cena

    venerdì 8 febbraio 2008

    Epopea GdiG - 7




    Eh, devo modificare e finire l'Epopea GdiG-6, perché l'ho lasciata a metà. Lo farò domenica.
    Domani, si parte per un nuovo capitolo: i Campionati Italiani di Iaido!
    Sostituisco il povero Mino influenzato (a proposito... buona guarigione!) e adesso mi metto a studiare il regolamento pubblicato sul sito della CIK.
    Domani mattina ore 7:00... partenza per Castenaso (BO)!!!

    ****************************
    E così arrivo facilmente a Castenaso, dopo meno di un'ora e mezza della mia adorata autostrada.
    Non ho mai presenziato a un Campionato di Iaido. Qui la cosa si fa intrigante.
    A giudicare da quello che mi era stato detto, mi sarei dovuta annoiare a morte, invece non solo mi sono divertita molto, ma mi è venuta anche molta voglia di iniziare a praticare!
    Forse è meglio che lo dica sottovoce.... dati gli ultimi "infortunati" eventi.
    Comunque decido di fare la ganza e di lasciare le stampelle in macchina.
    Zoppicando malamente entro nel palazzetto e subito mi aspetta una sorpresa: la felpa della CIK!!! Quanto ho desiderato avere quella "K" cucita sulla spalla sinistra!!! Certo, la felpa mi arriva a metà coscia, forse è un po' granduccia... ma questi son dettagli.
    Aiuto a tracciare le aree di gara; mi guardo attorno: il mondo dello Iaido mi è totalmente sconosciuto. Laggiù in fondo però scorgo una sagoma famigliare: YAMA!!! Calorosi saluti e un in bocca al lupo, dato che si trovava lì per gareggiare e dunque non in qualità di GdiG.
    Sono al tavolo centrale, con Elio, una persona che avevo solo intravisto precedentemente, e che in questi giorni ho avuto modo di conoscere meglio. Che simpatico che è!
    Il mio ruolo era molto più semplice che nel caso del kendo.
    Dovevo solo badare al cronometro e alzare la bandierina in caso di superamento del tempo concesso: in un'intera giornata l'ho alzata solo due volte.
    Questo mi ha permesso di lasciarmi andare alla conoscenza di questa disciplina e di imparare ad apprezzare l'incanto silenzioso di quei movimenti così spietati, così eleganti.
    Ad un certo punto mi sono ritrovata a mo' di camaleonte, con un occhio verso il mio cronometro, e l'altro verso l'altro quadrato di gara dove Yama (*****miticooo miticoooo Yamaaaa*****) stava gareggiando.


    Nella foto di Yama-san (grazie delle foto! Ne ho fatte anch'io, purtroppo il cellulare non è compatibile con la mia versione di Mac OS X e non posso scaricarle!!!) tre Giudici di Gara assorti (non sto dormendo, eh?)

    Verdetto

    Allora: lesione al crociato anteriore.
    "Dunque?"
    "Mah, riprenda pure la sua vita normale".
    "Cioè?"
    "Mah, le serve proprio un ginocchio perfettto perfetto?"
    "Beh..."
    "Che so, pratica uno sport?"
    "SI !!!"
    "Beh, allora... riprenda, poi se le fa male... facciamo un'altra risonanza magnetica... poi... beh, valuterà lei se farsi operare o no..."
    "Ma posso riprendere subito?! Non serve un po' di pausa?"
    "Mah, facciamo...mmm... due settimane".

    Non so, che sensazione avete?
    Io, non so perché, non mi fido tanto.
    Sarà che al pronto soccorso si erano dimenticati di mettere "L04" come esenzione inail sull'impegnativa e ho dovuto girare a destra e a manca (con le stampelle) per i vari uffici per sistemare la cosa.
    Sarà che quando sono entrata per questa "visita dei Mah" ho dovuto aspettare sul lettino per 10 minuti prima che la finissero di raccontarsi barzellette tra loro.
    Sarà che il dottore, mentre leggeva il referto della risonanza, intanto rispondeva all'infermiera su fatti loro.
    Sarà che avevavo detto la stessa cosa a un mio amico che adesso, se non sta attento a come cammina, cade direttamente a terra perché ha i legamenti appesi a un filo.
    Non so, ... chissà perché... ma non mi fido...

    Grazie!

    In evidenza:
  • - dal blog di Carlo

  • - dal blog ... ehm... di Carlo
  • mercoledì 6 febbraio 2008

    Solo un'insalata

    Stanotte invece ho sognato che ero con le mie stampelle affacciata al balcone di quella che doveva essere casa mia, una bella villetta nel verde, a parlare con qualcuno, forse mia mamma e altri.
    Mi giro e nella stanza ci sono i miei compagni del Cus Verona (ricordo Claudio, Daniel, ma c'erano altre facce mai viste, fabbricate dal sogno), che mi avevano fatto una sorpresa, cioè si stavano prodigando per mettermi a posto la casa, data la mia temporanea difficoltà.
    Erano contenti e festosi, ma qualcuno mi ha suggerito di fare uno scherzo e fingere di essere scocciata, così mi sono lamentata di quello che stavano facendo: "No, piano, non così! Così non va bene". Li ho visti turbati, e poi ho spiegato loro che si trattava di uno scherzo che mi era stato suggerito da uno di loro, ma non l'hanno presa bene, né io mi ero sentita bene nel comportarmi così, nonostante fosse uno scherzo.
    Tengo a precisare che ieri sera ho mangiato solo un'insalata....

    Questo sogno ha corrispondenza con alcune cose che sto scoprendo di me.
    Ne dico solo una: ho scoperto la mia profonda ingratitudine, la mia incapacità di dar valore profondo a quello che mi viene dato, agendo in realtà, dietro a sorrisini di circostanza e ringraziamento, come se tutto mi fosse dovuto.
    Questa, pesante, è la cosa più leggera che sto scoprendo in questi giorni.

    martedì 5 febbraio 2008

    INDIGESTIONE

    Stanotte ho sognato Ito Takenori nudo. Mentre spiegava si vedeva che aveva degli impressionanti polpacci grossi come la sua testa. Su tutto il torace e l'addome aveva tatuata, in neri caratteri gotici antichi, un'ode alla cannabis.

    Aiuto! Povera me! Che mi succede?!?
    Ieri devo aver proprio esagerato con le costine di maiale e i canederli!!!

    lunedì 4 febbraio 2008

    ?

    Beh, se vi va, prima di proseguire, rileggete: Ama (Kendo Cus Verona) vs Mr. X (Dojo: unknown) del 18 ottobre 2007.
    E ora, quanto segue.
    Finalmente ho ripreso kendoOOO!!!!
    E mercoledì scorso, cadendo direttamente sull'asfalto col ginocchio sinistro da uno scooter in corsa e strisciando per diversi metri col motore sulla gamba... mi sono portata a casa un ginocchio con lesioni ai legamenti che la risonanza magnetica di domani sarà in grado di definire.

    Si vede che mi sono affezionata alle stampelle. Adesso ne ho addirittura due.

    A parte gli scherzi, ritengo personalmente che se una data situazione continua a perpetuarsi, c'è qualcosa dietro che mi ostino a non capire. E finché non ne capisco il messaggio, la situazione continuerà a presentarsi con un conto sempre più alto.

    Se vi può consolare, a capire, ci sto dando dentro. L'avevo detto... sono arrivata a un bivio!!!

    giovedì 24 gennaio 2008

    Ama (Kendo Cus Verona) vs Consapevolezza 0-2 (do, men)

    Vi è mai capitato di fermarvi... un momento... e in quel momento... rendervi conto improvvisamente di dove vi trovate... cioè da tutt'altra parte rispetto a quello che vi aspettavate?

    Un mio carissimo amico, ieri, mi ha fatto da specchio spietato, come fanno solo i veri e carissimi amici.
    Quello che ho visto riflesso...mi ha annichilito.
    E così, Kendoka Consapevolezza ha avuto buon gioco nello scagliarsi contro di me con due pieni ippon dai quali non riesco a (non ho voglia di) riprendermi.
    Sono arrivata ad un bivio.

    giovedì 17 gennaio 2008

    Alla ricerca del dojo perduto


    Accidenti: martedì ho perso la lezione. Ero fuori zona, speravo di rientrare, anche se in ritardo, almeno in tempo per fare un po' di pratica, invece non ce l'ho fatta.
    In compenso lunedì ho pensato bene di fare un allenamento aggiuntivo da Zago.
    Inforco la macchina e parto con zelo verso Calcinato per giungere a destinazione perfino in anticipo! Stupore!
    Entro in uno spogliatoio, mi cambio, mi armo di armi, vado nel palazzetto e...
    ...mi ritrovo in mezzo a due agguerrite squadre di pallavolo.
    Mi sono sentita come un ingegnere nucleare amico di alcuni miei conoscenti, un tipo un po' fuori dal mondo e dalla mondanità, che, invitato ad una festa, dando per scontato che fosse in maschera, si era presentato vestito da Topolino, unico in mezzo a un sacco di gente vestita di tutto punto, rimandendoci discretamente di stucco.
    Mi guardo attorno confusa fino a che da fondocampo parte verso di me un signore che deve aver notato dei punti di domanda evaporarmi dalla sommità del capo.
    Sto per chiedergli del kendo quando mi informa che l'allenamento era stato trasferito altrove a causa della loro partita di campionato.
    Nessuno mi aveva avvisato.
    "Dove?"
    "A Bedizzole"
    "Bedi-che?!?

    Mi ritrovavo lì, "vestita da Topolino", con un'ora di macchina alle spalle, la voglia insoddisfatta di praticare, e una buona dose di delusione.
    Tornata nello spogliatoio ho chiamato Christian, mi ha spiegato che la comunicazione della variazione era stata fatta all'ultimo minuto e lui aveva provveduto ad avvisare gli allievi la mattina via e-mail, solo che io non ero ancora tornata a casa e non avevo consultato la posta.
    Christian non sapeva nemmeno l'indirizzo di questa palestra alternativa.
    E ora?
    Cascasse il mondo, dovevo trovare questo posto: non mi faccio un'ora di macchina per salutare il palazzetto di Calcinato e ritornarmene a casa.
    Seguo alcune indicazioni per prendere la giusta direzione verso Bedizzole, alle prime persone che incontro chiedo dove si trova una palestra di arti marziali nelle vicinanze.

    "L'indirizzo?"
    "Non lo so"

    Con le loro indicazioni mi ritrovo in una palestra in cui si stavano allenando delle squadre di pallavolo.
    Lì il kendo non si praticava. Del resto quel paese non era neanche Bedizzole, bensì un certo S.Vito.
    Una ragazza mi dà altre indicazioni di una palestra di arti marziali presso le scuole di Bedizzole.
    Boh, proviamo.
    Intanto era scesa la nebbia, ed era già passata mezz'ora.
    Seguendo quelle indicazioni ad un certo punto mi sono ritrovata in campagna, buio pesto, neanche un lampione, ovviamente, nebbia dei fossi, e la strada che si stava pericolosamente restringendo ad una corsia.
    "Ma dove c....o sto andando?"
    Al che mi è venuto il dubbio che forse era meglio lasciar perdere le indicazioni, tornare indietro, trovare un benedetto cartello blu con su scritto "BEDIZZOLE", e seguirlo. Una volta là, qualcuno doveva pur sapermi dire dove erano le scuole.
    Infatti qualcuno me l'ha detto.
    Solo che là, il kendo, non si praticava.
    Ho trovato le scuole aperte perché effettivamente c'erano dei corsi di arti marziali, ma le bidelle mi hanno smontato subito.
    "Avete presente quelli vestiti di scuro, con un'armatura addosso, che si picchiano con delle spade di bambù?"
    Mi guardavano in silenzio con aria interrogativa.
    Ormai era passata quasi un'ora. Stavo per tornarmene a casa sconsolata, quando una di loro accenna ad un'alternativa: lo Sporting Club, "ma là sicuramente non fanno questo... com'è? ....Chendo?".
    Mi sono fatta dare le indicazioni, ognuna di loro ne aveva una personale versione, e quando ormai non ci capivo più niente, una di loro ha aperto l'elenco telefonico e mi ha dato indirizzo e numero della palestra.
    "Praticate kendo?"
    E poi, la risposta magica: "Si".
    A parte che ho faticato ancora a trovare 'sto posto, perché sull'elenco c'era un indirizzo che non corrispondeva a verità (cercavo il civico 16, ma la via finiva al 14, inoltre la via era diversa) ma al telefono con la ragazza della reception, finalmente, sono riuscita ad arrivare!
    Ormai restavano tre quarti d'ora disponibili.
    Non ci credo! Quello è Zago!
    Mi sono unita ai praticanti a fare esercizi di suriage.
    Ma ancora avevo addosso quella dannata sensazione delle volte precedenti: non riuscire a dare il massimo. E forse ho capito un'altra cosa: mi sento limitata dal fatto che non conosco ancora le basi, non le ho ben chiare, per cui fare tutto il resto mi sembra grande improvvisazione da parte mia.
    Certo, devo tenere ben a mente le parole di Yamaoka Tesshu che mi ha indicato yama nei commenti al post precedente: dare il massimo con tutto se stessi, e per il momento tralasciare l'attenzione al giusto, lo sbagliato ecc...
    Comunque, dopo la lezione, mi sono sentita di chiedere a Zago chiarimenti su postura e ashi sabaki.
    E con pazienza, lui è rimasto lì a spiegarmi:
    - Piedi uniti; aprire piedi di circa 30°, talloni uniti; staccare talloni e avere così piedi paralleli. La risultante è la distanza corretta tra i piedi.
    - Portare piede dx avanti, il tallone dx è in linea con le dita sx, ginocchio dx leggermente piegato. Peso distribuito di circa il 50% sulle gambe dx e sx, sugli avampiedi.
    - A questo punto allineare le anche: il ginocchio sx risulta così poco sollevato da terra.
    - Braccia rilassate come per appoggiarle al do.
    - Impugnatura della mano dx è dove termina naturalmente se si mette l'estremità dell'impugnatura della shinai nell'incavo del gomito.
    - Impugnatura mano sx esattamente partendo dall'estremità dell'impugnatura della shinai.
    - Impugnare partendo dal mignolo, poi anulare, medio ecc. Il pollice "guarda in giù".
    - Mano sx dista da hara di circa un pugno.
    - La proiezione della punta della shinai (sarà meglio che cominci a studiare un po' di terminologia, invece di dire "impugnatura" e "punta" !!!) deve arrivare alla gola di un ipotetico avversario.
    - Ashi sabaki: lo spostamento, facendo "strisciare" i piedi, deve essere lineare e non a saltelli alti e bassi. Durante lo spostamento, mantenere postura equilibrata, senza sbilanciamento in avanti. Ad ogni passo, occorre subito ristabilire la posizione di partenza con il richiamo immediato della gamba sx.
    - Mi ha fatto fare un esercizio: caricare da ferma; colpire facendo un passo in avanti. Interessante quello che mi ha fatto notare. Nel far scendere la shinai, porre attenzione esclusivamente alla mano sx che si deve arrestare all'altezza dello stomaco; la punta è solo una conseguenza. Questo è stato illuminante per me, perché così facendo ho notato che usavo più la mano sx, mentre sono solita lavorare di dx.
    - Nell'attimo del colpo, serrare le dita.
    - Inoltre mi ha fatto notare un mio tipico atteggiamento da aikidoka, comune a tutto il kenjutsu. Sono abituata a esaurire sul luogo il colpo. Invece nel kendo, anche solo nel praticare questo esercizio con un passo, occorre comunque dare la sensazione di prolungamento oltre l'avversario.

    Be', che dire, alla fine è veramente valsa la pena di affrontare questa intricata avventura, per arrivare ad avere delle idee più chiare!