venerdì 7 marzo 2008

Lezione CUS VR dell'8/01/08


Visto che per il momento non mi resta altro, trascrivo gli appunti delle (poche) lezioni che ho fatto in tempo a fare in gennaio.
Parto con quella dell'8 gennaio, la seconda lezione del rientro.
Lo so... qui nishinkan avrà da prendermi in giro... ANCHE stavolta ho fatto fatica a trovare il posto, perché l'anno scorso si praticava vicino all'Arena, invece quest'anno, per due sere a settimana praticano anche nel bel palazzetto della Facoltà di Scienze Motorie. C'ero già stata in luglio per lo stage con Sakudo Sensei (vedi gli appunti nella sidebar), ma non mi ricordavo come arrivare. Così, mi sono persa, e sono faticosamente approdata alla Facoltà, dal lato sbagliato, perché una volta entrata mi sono trovata in mezzo a bianchi praticanti di scherma sportiva, anziché agli scuri praticanti di scherma giapponese.
Insomma, tra una cosa e l'altra ho perso un'ora di lezione, ma, una volta arrivata, mi sono gettata nella mischia, io, a digiuno di kendo da un'eternità, ad esercitarmi niente di meno che in hiki men (men sferrato retrocedendo)!!!
Oltre allo spaesamento del ritrovarmi in un luogo diverso, di un ritorno improvviso al kendo dopo un anno di profondo desiderio insoddisfatto, di ritrovarmi tra tante facce nuove, mi sentivo proprio fuori luogo, senza basi, a tentare di fare hiki men!!!

ESERCIZI
Quella sera abbiamo fatto esercizi di hiki men, scomposto in tutte le sue componenti: avvicinamento tra gli avversari fino alla tsuba; allungare gamba sx tenendo fermo corpo e shinai; "alzare" appena piede dx spostando corpo indietro (mantenendo verticalità) e facendo scorrere shinai "sulla testa"; battere piede dx mentre si colpisce sul men dell'avversario, indietreggiando.
IMPORTANTE:
- è il corpo a creare il movimento, non sono le braccia;
- lasciare andare l'estremità della shinai, non esaurire il colpo sul luogo;
- il punto esatto per un corretto men: punta della shinai appena dopo la "grata" del men;
- dire "Yaaah!" all'inizio non è casuale, serve per la respirazione: espirare nel semé ma non completamente, il resto dell'espirazione serve per l'azione;
Altri esercizi sono stati sul men (devo fare attenzione a non portare indietro la punta della shinai durante il caricamento), esercizi con motodachi nel fare 3 piccoli men di seguito (attenzione alla mano sx: è quella che agisce!), ed esercizi che consistevano nel fare 1/2 passo avanti e uno lungo indietro.

CONCETTI
- Sempre, sempre, afferrare il centro.
- Nel momento in cui l'avversario rompe il kamae, sicuramente c'è occasione di colpire.

MIE DIFFICOLTA'
- kamae
- avanzamento
- mancanza di allenamento
- braccia rigide

ATTEGGIAMENTO
- Agire (come se fossimo) convinti. SEMPRE.
- Dialogo con motodachi: dobbiamo essere minaccia per lui, ma anche piacevoli nella pratica.
Ed è proprio a proposito di quest'ultimo punto che ho scoperto una nuova, imprevista sensazione: da tempo mi chiedevo cosa intendessero dire, quando sentivo parlare i kendoka del rapporto di dialogo tra gli avversari.
E quella sera, per la prima volta, ho iniziato a capirlo.
Tra l'altro, in modo del tutto inaspettato.
Credevo che certe sensazioni si sviluppassero durante il combattimento tra persone tra cui c'è già comunque un certo feeling.
Invece.... macché!
Mi è capitato di sentire, per la prima volta, un'energia speciale durante esercizi (non posso certo parlare di shiai o jigeiko) con una persona. Mi si è piazzato davanti, con un kiai, uno sguardo e un'energia nei movimenti che mi hanno tirato fuori dalle viscere un fuoco potentissimo! Voglio sempre mettere spirito anche nel più semplice esercizio, ma generalmente è una mia azione che faccio su di me, mentre con lui... mi veniva fuori da sé, era lui che mi estraeva lo spirito!
Ma la cosa più strana e che mi ha reso perplessa, è che con questa persona non ho un feeling particolare.
Si tratta di Klaus.
Il nostro rapporto di conoscenza si limita a questo:
"Ciao"
"Ciao"
"Come va?"
"Bene, grazie"
Stop.
E' una persona simpaticissima, ma semplicemente siamo due individui, per carattere ed esperienze, molto distanti. Tutto qui.
Mai avrei pensato che nel kendo le alchimie potessero essere così diverse che nella quotidianità.
Strano.
E bello.

1 commento:

Carlo ha detto...

Complimenti, ottimi appunti...
;-)