lunedì 19 novembre 2007

Due stranissimi giorni in cui ho capito ... di non aver capito proprio un c


Due giorni.
Sabato mattina ho assistito in due diversi paesi del Veronese all’attività dimostrativa che Christian Filippi cura nelle scuole elementari al fine di promuovere il kendo e diffonderne i valori. Dimostrazione esauriente per il breve tempo a disposizione.
Pochi, come sempre, i genitori che sono venuti ad assistere.
Poi, sosta in una trattoria dove ho assaggiato dei buoni gnocchi ai formaggi fatti a mano (ma i miei compagni di dojo mi hanno parlato di certi gnocchi di malga, tipici di quei luoghi, che non siamo riusciti ad andare a mangiare, e mi è rimasta una notevole curiosità… questa lacuna s’ha da colmare!) e dei normali wurstel con patatine, ottimo tiramisù fatto in casa, caffè e una buona dose di abbiocco che mi è rimasto per tutto il viaggio verso Alessandria, destinazione… casa di Mino!!!
Ho voluto fare i complimenti ai genitori di Christian perché sono genitori che partecipano e hanno sempre partecipato alla sua vita.
Invece, quando giro per manifestazioni o gare, non vedo mai nessun genitore che si sposta per partecipare a momenti importanti dei figli.
La cordiale accoglienza dei coniugi Filippi si è tradotta innanzitutto nella disponibilità ad ospitare ben sette persone per la notte, e in una buonissima cena preparata con cura fin dall’esordio degli antipasti: bocconcini caldi di sfoglia ripieni di wurstel, patatine, spicchi d’aglio sott’olio, salamino di cinghiale, salamino al tartufo, fettine di lardo aromatizzato, e poi: tagliatelle gialle e verdi alla viscontea, formaggi misti, insalata di valeriana, il tutto innaffiato da ben tre tipi di vino Dolcetto come da proposta del buon Mino, frutta, torta al cioccolato fatta dalla signora Filippi, un anello della felicità di Cittadella di Padova portato da me e un vino dolce veronese portato da Pier. Tramortita da tanta bontà mi sono trascinata a letto dopo una serata stracolma di risate con Claudio e Daniel, dei veri showmen di prima categoria! Quando ci si mettono, quei due sono veramente inarrestabili!
Per tutto il tragitto degli spostamenti sono rimasta basita dalla straripante simpatia dei ragazzi del Cus Verona. Io, in fin dei conti, non li conosco affatto.
Alla mattina, destinazione Genova, un piccolo rimpianto per non aver potuto assaggiare quella famosa bagna cauda che ho sempre sentito nominare e che sarebbe stata oggetto di un’altra abbuffata in casa Filippi.
Ma c’erano gli esami di Giacomo e Pier da andare a vedere. Forza ragazzi!
Non ho mai visto esami di kendo.
Quando sono iniziati ero agitata pure io.
Figurarsi quando dovrò sostenerli davvero.
I nostri ragazzi hanno conseguito l’obbiettivo.
E anche i ragazzi del Savona Kendo! Già, perché ho avuto il grande piacere di rivedere Carlo Sappino!!!
Complimenti a tutti!
Due giornate ricche e intense… già… e il perché del titolo?

In questi due giorni io sono andata completamente in TILT.
Proprio così, Kaputt, K.O.
Il mio kendoka avversario più importante, che mi sfida da sempre, fin da quando andavo all’asilo, è tornato per ricordarmi la sua presenza. Si tratta di un mio potentissimo limite, che non ho ancora superato, e ieri l’ho avvertito affiorare con tutta la sua forza, come se, in senso figurato, un kendoka mi si ponesse di fronte in jigeiko per esortarmi a combattere con lui, imparare da lui, e superarlo.
Ma non ce l’ho fatta.
Sono perita sotto una mitragliata di men come se io, con solo 6 lezioni di kendo alle spalle, avessi fatto jigeiko con Eiga… non so se riesco a rendere l’idea.
Volutamente non vi parlo di cosa si tratta. Me lo tengo per me.
Questo post mi serve da promemoria personale, per ricordare questo giorno. Per ritornare a leggerlo, quando avrò sconfitto questo kendoka (ehm, il mio limite… mica Eiga……..!!!!!!!!).
Uscita devastata da questo jigeiko interno, ho chiaro definitivamente cosa sia fondamentale per me per crescere, e su cosa, nella vita, io debba ancora lavorare parecchio.

Nella foto di Mino, noi accampati in casa Filippi, durante il rito pre-esame della sistemazione degli shinai.

7 commenti:

Carlo ha detto...

"quello che non ci uccide ci rende più forti"
Buon keiko, so che ce la farai!

carlo

ama ha detto...

che caro che sei, nishinkan...

Carlo ha detto...

Neanche molto caro, anzi tra un po' cominciano i salvi e mi danno via per quattro soldi... A parte gli scherzi, ti comprendo perché - a modo mio - anche io mi trovo impegnato in "simpatici" shiai ultimamente, e devo dire che le botte fanno male, ma male ma malemale... però servono, oh se servono.
Solo che io sono duro di comprendonio, addidenti a me!
:-(

carlo

p.s. attendo aggiornamenti sul breckfast championship, non penserete di cavarvela così, vero?

yama ha detto...

vabbè che sei occupatissima, ma qui non stiamo più scrivendo! male, male, male! ^____^

Carlo ha detto...

Diglielo yama, diglielo tu, che a me non mi ascolta!

ama ha detto...

Ma non è vero che non ti ascolto carlo!!!
E' che sto approfittando degli sgoccioli del mio infortunio che mi dà tanto tempo libero per essere sempre in giro, lontana da casa e dal computer.
Mi spiace per quello che stai vivendo. Se ti può essere utile ti posso dire che da quel giorno, che sono stata così male, mi sono data una scossa tale che le cose stanno cambiando.
Finalmente.

PS- Domani 1° dicembre inizia il Breakfast Champ!

Carlo ha detto...

non spicerti per me Ame, si impara a camminare solo cadendo se non sii vuole strisciare...
Comunque grazie per la solidariertà!
;-)