domenica 16 dicembre 2007

Kendo sincronicity

Ora che è passata una settimana, e ho metabolizzato lo stupore, questa ve la devo proprio raccontare.
Non è la prima volta che in situazioni di confusione e smarrimento chiedo un segnale dall'alto sulla strada da seguire e... mi piove in testa una tegola.
Intanto mando direttamente da questo post un piccolo saluto al caro nishinkan, perché so che recepisci favorevolmente questo tipo di argomenti.
"Cos'è la sincronicità? Una sincronicità si presenta apparentemente come un incontro casuale che tuttavia sembra divinamente orchestrato. (...) Il loro accadimento colpisce chi vi è coinvolto, che li percepisce come eventi speciali, inattesi o inspiegabili secondo la normale logica causa-effetto. L'effetto di una sincronicità sulla psiche è di suscitare la consapevolezza del fatto che forse uno scopo più grande - o persino divino - è all'opera. (...) Per esempio, forse abbiamo bisogno di qualche informazione particolare, e inaspettatamente ci imbattiamo in qualcuno che ci dà esattamente quello di cui abbiamo bisogno.(...) Il termine sincronicità fu usato per la prima volta dallo psicologo svizzero Carl Jung, che iniziò a riguardare gli avvenimenti coincidenti come fenomeni che sembravano appartenere a un diverso ordine del mondo. Fino a epoche recenti la nostra spiegazione del mondo materiale fu basata soltanto sulla logica e interpretata in termini di causa ed effetto.(...) Le cose sono cambiate. La nuova scienza, basata sulla teoria quantistica, ora ci dice che la causa e l'effetto spiegano solo in parte il nostro mondo fisico. Noi non siamo delimitati dal tempo e dallo spazio così come pensavamo. Per esempio, gli scienziati hanno fatto un esperimento in cui sono state divise delle molecole ed è stata mutata la rotazione di una delle particelle che le componevano. Si è visto che la particella collegata alla prima cambia rotazione all'istante, indipendentemente da quanto si trovino distanti. In questo modo l'interrelazione delle particelle rimaneva costante, senza che venisse influenzata dalle variabili di tempo e distanza. Sembra che tutte le cose esistano all'interno di un campo di energia interconnesso." (da "Lo scopo della tua vita" - C.Adrienne, Ed.Corbaccio).
Più volte ho avuto la sensazione, magari in momenti estremamente bui e pesanti, di non essere sola, come se "qualcosa" fosse in ascolto.
In momenti particolari mi è capitato più volte di rivolgere richieste e... ricevere risposta tramite segnali.
Altrettante volte mi sono chiesta se stavo sognando, se era tutto frutto della mia fantasia... insomma la mente e la razionalità intervenivano subito per rimettere tutto... "a posto".
Ma quando questi segnali sono "solidi", concreti e tangibili, non posso più raccontarmi che ho preso uno "svarione".

Domenica 9 sarei dovuta andare a Ferrara a vedere gli esami di kendo. Ho deciso da un po' che non voglio perdermi nessun appuntamento che riguardi questa bella disciplina.
Sabato 8 mi sono vista con una persona che conosco da molto poco.
Il primo incontro, quello precedente, era stato per me favoloso.
Quello di quel sabato mi aveva lasciato invece perplessa e poco convinta, con una sensazione strana addosso.
Per cui, di andare a Ferrara, a vedere tra l'altro questa persona dare gli esami, non avevo affatto voglia. O sì?
Sì o no? Dovevo andare? Avevo voglia? No? E perché? Stare a casa? Era la voce del cuore a dirmi così? O la razionalità?
Che caos. Non mi andava. E se mi fossi pentita?
Ricevo poi l'informazione che gli esami erano stati anticipati di un'ora.
Ecco, avevo in programma di andare a pranzo dai miei, ma con quell'imprevisto avrei dovuto saltare il pranzo e partire immediatamente.
Non che questo fosse un problema, se la situazione fosse stata più serena: se per un uomo che mi aveva chiesto di sposarlo ho lasciato gli amici (contenti per me), il lavoro e l'Italia per andare a vivere in un bosco del Connecticut, figurarsi che problema sarebbe stato saltare il pranzo dai miei per andare a ... Ferrara!!!
Ho scelto di andare a pranzo dai miei.
Ho mangiato poco, non avevo appetito (sì, yama-san, hai letto bene: NON avevo appetito); ho giocherellato un po' con la mia nipotina di un mese e mezzo. E poi sono arrivata al dunque.
"E ora che il pranzo è finito? Che faccio? Vado a casa? Vado a Ferrara?"
Scrutando dentro di me e non trovando da nessuna parte altra risposta che "Boh !", ho chiesto all'alto di ricevere un segnale.
E qui arriva l'incredibile.

Mi si avvicina mia mamma:
"Prima di andare ti devo dare un po' di cose: qui c'è la giacca di pelle riparata, un sacchetto di pane grattugiato e... poi... abbiamo trovato questa" e mi porge un pezzo di stoffa bianco ripiegato con dei segni neri.
Lo apro e...
...rimango impietrita.
Quando recupero un po' di mobilità alla mascella che mi era cascata, biascico a stento una domanda:
"Da...da... do... dove viene que... questo?"
"Mah, non so, mi sa che l'ha portata a casa anni fa tuo fratello quando è andato a vedere la Juventus!"
E mio fratello: "Chi? Io? No, non l'ho mai vista"
E mia mamma: "Ma sì, la Juve"
Mia sorella: "Non so da dove venga, l'ho trovata in un cassetto in un armadio".

Era un pezzo di stoffa bianco, con degli ideogrammi giapponesi neri.
Ho riconosciuto l'ideogramma "Ai" che significa "amore" e gli ideogrammi che compongono la parola "kendo".
Senza proferire altre parole, ho preso il tenugui e sono partita, felice, per Ferrara, da quella persona.

Ora, ditemi voi.
Nessuno sa da dove venga fuori.
Io non ho mai avuto niente di simile, niente che riguardasse il kendo.
Ho solo due shinai prese da Chri in Giappone questo giugno e niente altro di corredo al kendo, né avrei mai potuto lasciare qualcosa dai miei perché vado da loro raramente. Nessuno ha mai visto prima quel pezzo di stoffa. Nessuno ha mai praticato arti marziali nella mia famiglia, tantomeno il kendo che nella mia città e provincia non esiste.
Io ho accennato a mia mamma che vorrei praticare kendo, ma lei non sa neanche cos'è.
Chiedo un segnale e arriva mia mamma con quella che lei crede una sciarpa della Juventus.
E' un tenugui con su scritto (me lo sono poi fatto tradurre dalla mia insegnante di giapponese, sempre per l'incredulità e il timore di aver preso uno svarione):

20° anniversario del gruppo sportivo Haratani Kendo

SEI AI KEN (sacro amore spada)

Appena trovo un marchingegno fotografico ne posto in incipit la foto.
Devo ancora capire perché "mi hanno mandato" a Ferrara, ma certamente ho seguito il segnale e percorso questa strada.

Altra curiosità. Lungo il tragitto verso Ferrara, mentre ripensavo a questo fatto, e mi dicevo che probabilmente dunque questa era la strada giusta da percorrere, vedo un cartello con su scritto "via A. e il mio cognome". Come se Carlo Sappino vedesse scritto "via C.Sappino" o Carlo Caprino vedesse scritto "via C.Caprino" mentre si chiedono se stanno percorrendo la strada giusta.
Sono cose che fanno venire i brividi.
Ho guardato su Google Map, perché quella via non l'ho mai sentita, ("magari me la sono sognata?"), invece c'è, eccome.

Ora, non mi resta che capire.

2 commenti:

yama ha detto...

fossi in te comincerei a mettere da parte i soldi per un buon bogu, non di quelli da principianti, ma uno buono perché pare che dovrà durarti a lungo ^_____^
suguni mata ama-san
kisu

Carlo ha detto...

Beh, Ama che dirti... quando l'allievo è pronto il Maestro arriva... non ti resta che seguirlo, come giustamente ti consiglia Yama-san...
Buona Via!