giovedì 17 gennaio 2008

Alla ricerca del dojo perduto


Accidenti: martedì ho perso la lezione. Ero fuori zona, speravo di rientrare, anche se in ritardo, almeno in tempo per fare un po' di pratica, invece non ce l'ho fatta.
In compenso lunedì ho pensato bene di fare un allenamento aggiuntivo da Zago.
Inforco la macchina e parto con zelo verso Calcinato per giungere a destinazione perfino in anticipo! Stupore!
Entro in uno spogliatoio, mi cambio, mi armo di armi, vado nel palazzetto e...
...mi ritrovo in mezzo a due agguerrite squadre di pallavolo.
Mi sono sentita come un ingegnere nucleare amico di alcuni miei conoscenti, un tipo un po' fuori dal mondo e dalla mondanità, che, invitato ad una festa, dando per scontato che fosse in maschera, si era presentato vestito da Topolino, unico in mezzo a un sacco di gente vestita di tutto punto, rimandendoci discretamente di stucco.
Mi guardo attorno confusa fino a che da fondocampo parte verso di me un signore che deve aver notato dei punti di domanda evaporarmi dalla sommità del capo.
Sto per chiedergli del kendo quando mi informa che l'allenamento era stato trasferito altrove a causa della loro partita di campionato.
Nessuno mi aveva avvisato.
"Dove?"
"A Bedizzole"
"Bedi-che?!?

Mi ritrovavo lì, "vestita da Topolino", con un'ora di macchina alle spalle, la voglia insoddisfatta di praticare, e una buona dose di delusione.
Tornata nello spogliatoio ho chiamato Christian, mi ha spiegato che la comunicazione della variazione era stata fatta all'ultimo minuto e lui aveva provveduto ad avvisare gli allievi la mattina via e-mail, solo che io non ero ancora tornata a casa e non avevo consultato la posta.
Christian non sapeva nemmeno l'indirizzo di questa palestra alternativa.
E ora?
Cascasse il mondo, dovevo trovare questo posto: non mi faccio un'ora di macchina per salutare il palazzetto di Calcinato e ritornarmene a casa.
Seguo alcune indicazioni per prendere la giusta direzione verso Bedizzole, alle prime persone che incontro chiedo dove si trova una palestra di arti marziali nelle vicinanze.

"L'indirizzo?"
"Non lo so"

Con le loro indicazioni mi ritrovo in una palestra in cui si stavano allenando delle squadre di pallavolo.
Lì il kendo non si praticava. Del resto quel paese non era neanche Bedizzole, bensì un certo S.Vito.
Una ragazza mi dà altre indicazioni di una palestra di arti marziali presso le scuole di Bedizzole.
Boh, proviamo.
Intanto era scesa la nebbia, ed era già passata mezz'ora.
Seguendo quelle indicazioni ad un certo punto mi sono ritrovata in campagna, buio pesto, neanche un lampione, ovviamente, nebbia dei fossi, e la strada che si stava pericolosamente restringendo ad una corsia.
"Ma dove c....o sto andando?"
Al che mi è venuto il dubbio che forse era meglio lasciar perdere le indicazioni, tornare indietro, trovare un benedetto cartello blu con su scritto "BEDIZZOLE", e seguirlo. Una volta là, qualcuno doveva pur sapermi dire dove erano le scuole.
Infatti qualcuno me l'ha detto.
Solo che là, il kendo, non si praticava.
Ho trovato le scuole aperte perché effettivamente c'erano dei corsi di arti marziali, ma le bidelle mi hanno smontato subito.
"Avete presente quelli vestiti di scuro, con un'armatura addosso, che si picchiano con delle spade di bambù?"
Mi guardavano in silenzio con aria interrogativa.
Ormai era passata quasi un'ora. Stavo per tornarmene a casa sconsolata, quando una di loro accenna ad un'alternativa: lo Sporting Club, "ma là sicuramente non fanno questo... com'è? ....Chendo?".
Mi sono fatta dare le indicazioni, ognuna di loro ne aveva una personale versione, e quando ormai non ci capivo più niente, una di loro ha aperto l'elenco telefonico e mi ha dato indirizzo e numero della palestra.
"Praticate kendo?"
E poi, la risposta magica: "Si".
A parte che ho faticato ancora a trovare 'sto posto, perché sull'elenco c'era un indirizzo che non corrispondeva a verità (cercavo il civico 16, ma la via finiva al 14, inoltre la via era diversa) ma al telefono con la ragazza della reception, finalmente, sono riuscita ad arrivare!
Ormai restavano tre quarti d'ora disponibili.
Non ci credo! Quello è Zago!
Mi sono unita ai praticanti a fare esercizi di suriage.
Ma ancora avevo addosso quella dannata sensazione delle volte precedenti: non riuscire a dare il massimo. E forse ho capito un'altra cosa: mi sento limitata dal fatto che non conosco ancora le basi, non le ho ben chiare, per cui fare tutto il resto mi sembra grande improvvisazione da parte mia.
Certo, devo tenere ben a mente le parole di Yamaoka Tesshu che mi ha indicato yama nei commenti al post precedente: dare il massimo con tutto se stessi, e per il momento tralasciare l'attenzione al giusto, lo sbagliato ecc...
Comunque, dopo la lezione, mi sono sentita di chiedere a Zago chiarimenti su postura e ashi sabaki.
E con pazienza, lui è rimasto lì a spiegarmi:
- Piedi uniti; aprire piedi di circa 30°, talloni uniti; staccare talloni e avere così piedi paralleli. La risultante è la distanza corretta tra i piedi.
- Portare piede dx avanti, il tallone dx è in linea con le dita sx, ginocchio dx leggermente piegato. Peso distribuito di circa il 50% sulle gambe dx e sx, sugli avampiedi.
- A questo punto allineare le anche: il ginocchio sx risulta così poco sollevato da terra.
- Braccia rilassate come per appoggiarle al do.
- Impugnatura della mano dx è dove termina naturalmente se si mette l'estremità dell'impugnatura della shinai nell'incavo del gomito.
- Impugnatura mano sx esattamente partendo dall'estremità dell'impugnatura della shinai.
- Impugnare partendo dal mignolo, poi anulare, medio ecc. Il pollice "guarda in giù".
- Mano sx dista da hara di circa un pugno.
- La proiezione della punta della shinai (sarà meglio che cominci a studiare un po' di terminologia, invece di dire "impugnatura" e "punta" !!!) deve arrivare alla gola di un ipotetico avversario.
- Ashi sabaki: lo spostamento, facendo "strisciare" i piedi, deve essere lineare e non a saltelli alti e bassi. Durante lo spostamento, mantenere postura equilibrata, senza sbilanciamento in avanti. Ad ogni passo, occorre subito ristabilire la posizione di partenza con il richiamo immediato della gamba sx.
- Mi ha fatto fare un esercizio: caricare da ferma; colpire facendo un passo in avanti. Interessante quello che mi ha fatto notare. Nel far scendere la shinai, porre attenzione esclusivamente alla mano sx che si deve arrestare all'altezza dello stomaco; la punta è solo una conseguenza. Questo è stato illuminante per me, perché così facendo ho notato che usavo più la mano sx, mentre sono solita lavorare di dx.
- Nell'attimo del colpo, serrare le dita.
- Inoltre mi ha fatto notare un mio tipico atteggiamento da aikidoka, comune a tutto il kenjutsu. Sono abituata a esaurire sul luogo il colpo. Invece nel kendo, anche solo nel praticare questo esercizio con un passo, occorre comunque dare la sensazione di prolungamento oltre l'avversario.

Be', che dire, alla fine è veramente valsa la pena di affrontare questa intricata avventura, per arrivare ad avere delle idee più chiare!

4 commenti:

Carlo ha detto...

Forza Ama, chi la dura la vince!
Se può consolarti, a me la stessa cosa è capitata a qualche centinaio di chilometri da casa, per un seminario...

ama ha detto...

Ammazza!!! Non ho proprio di che lamentarmi allora! Certo che te ne fai un bel po' di giri per l'Italia per i seminari, tu eh? La prossima settimana riprendo anche aikido.
Senti... già che si sono... mi potresti chiarire perché l'anno scorso, a Torino, al seminario dove ti ho incontrato, tu, Supertonno e gli altri continuavate a dire.... "Campioni del Mondo"?!?! Non l'ho mai capito... ^____^

Carlo ha detto...

Senti... già che si sono... mi potresti chiarire perché l'anno scorso, a Torino, al seminario dove ti ho incontrato, tu, Supertonno e gli altri continuavate a dire.... "Campioni del Mondo"?!?! Non l'ho mai capito... ^____^

Mah, era un tormentone tirato fuori da Daniele, un allievo di Aviotti sensei, che per gioco è diventato una specie di "kiai" che usavamo per scherzare, ispirato credo al un commento del telecronista della finale Italia Francia ai mondiali di calcio.
Mai fidarsi della apparente serietà delle persone...
;-)

ama ha detto...

oh, grazie, finalmente il tormentone ha un perché! ^___^