venerdì 23 maggio 2008

Dal sito della cik

"Comunichiamo alle società che su iniziativa diretta del Presidente della Federazione Italiana Scherma, Giorgio Scarso, negli scorsi mesi sono ripresi i contatti con la Federazione Italiana Kendo volti a verificare la possibilità di arrivare ad una unificazione del Kendo Italiano."

EVVIVA !!!!!! :-D

17 commenti:

yama ha detto...

Io "evviva" lo dessi nel 2005 quando la federazione siciliana kendo (che si fa chiamare federazione italiana kendo) entrò nella CIK e con mia grande gioia partecipò ai campionati italiani di allora con ottimi risultati.
Dopo forse meno di un mese ne uscì di nuovo rinnegando unilateralmente gli accordi che le avevano consentito di entrare.
Evviva?
... e perché mai?
Quale sarà stavolta il gioco?
Quali gli interessi?
Quali i personalismi in gioco?
Qualche anno fa avrei fatto i salti mortali per alcuni amici siciliani Elici di Palermo ed i Costa di Messina in particolare, giusto per non fare nomi, ma oggi, alla luce di quanto accaduto, il destino di meno d'un pugno di società siciliane non riesce più ad appassionarmi.
Ognuno sceglie il proprio destino, lo fece pure Pulcinella.

yama ha detto...

ops! ... io "evviva" lo dissi ...

GiO ha detto...

Parlo da semi ignorante della faccenda.
Al di là delle poche società con cui ci fonderemmo, credo che alla CIK interessi entrare nel CONI.

ama ha detto...

Credo che se ci interessa il kendo italiano, non abbia senso avere due federazioni, di cui una, senza offesa, limitata di numero e con validità pressoché nominale, non avendo il riconoscimento internazionale.
Se ci interessa il kendo italiano, i particolarismi sono insensati, senza contare che alcuni di quelli che sono passati alla cik hanno dimostrato di avere ottimi elementi e di produrre ottimi risultati: quanto ne gioverebbe il kendo italiano se avvenisse una totale "trasfusione"?
Il loro precedente può mettere in guardia, ma perché non dare una seconda possibilità (di certo, definitiva e senza altre a seguire in caso di recidività?)

yama ha detto...

Ho solo detto che non dico "evviva", benvengano in CIK, poi, mi ripeto, ciascuno si scelga il proprio destino.

Masaru ha detto...

Ciao a tutti. Essendo per natura poco interessato alle questioni nominali e burocratiche - che a mio avviso celano troppo spesso più desiderio di potere che di qualità operativa - vorrei chiedere delucidazioni in merito alle motivazioni, possibilmente oggettive, che hanno determinato la scissione di Cik da Fik. Grazie in anticipo.

yama ha detto...

Tra questa CIK e questa FIK non c'è mai stata alcuna scissione.

Masaru ha detto...

Deduco allora che siano la stessa cosa...con due nomi differenti? E poi mi è parso di capire che la CIK sia una realtà derivata, in un certo momento storico, dalla FIK: al di là delle motivazioni - che pure mi piacerebbe comprendere - questa io la chiamo "scissione". Che peraltro non è mica una brutta parola: semmai un fatto. Ho la sensazione, però, che questo argomento assomigli tanto a una ferita aperta, e che non se ne voglia parlare con propositività. Trovo che non sia nello spirito del Kendo. Ovviamente, è una mia personale opinione, espressa con la serenità di chi, in fin dei conti, delle Federazioni e/o Confederazioni si disinteressa per concentrarsi sulla pratica. Di una Via, e non di un semplice sport.
Buon Kendo a tutti.

yama ha detto...

"Deduco allora che siano la stessa cosa...con due nomi differenti?"

assolutamente no, ci sono differenze abissali.

"E poi mi è parso di capire che la CIK sia una realtà derivata, in un certo momento storico, dalla FIK"

Lei ha dedotto male, non è così.

"Ho la sensazione, però, che questo argomento assomigli tanto a una ferita aperta, e che non se ne voglia parlare con propositività."

la trovo una frase senza senso a meno che da parte Sua non ci sia stata già in partenza una volontà provocatoria o un preconcetto.

"Trovo che non sia nello spirito del Kendo."

... tra mille banalità questa potrebbe essere la madre di tutte le altre ...

"Ovviamente, è una mia personale opinione, espressa con la serenità di chi, in fin dei conti, delle Federazioni e/o Confederazioni si disinteressa per concentrarsi sulla pratica. Di una Via, e non di un semplice sport."

... ognuno si disimpegna come può ...

"Buon Kendo a tutti."

... e come chicca finale Le comunico che questo è un plagio.

Conclusione: caro "doc", se ha qualcosa d'interessante su cui discutere, confrontarsi o semplicemente informarsi o cazzeggiare si presenti (nome, cognome e dojo d'appartenenza saranno sufficienti) come era educazione tra kenshi, e troverà in me un appagante interlocutore altrimenti si ritiri in buon ordine, magari scusandosi.
cordialmente
yama

(link "notevole" sulla destra, non per propaganda, ma per comunicarLe che non sono un anonimo)

Masaru ha detto...

Egregio sig. yama,

la Sua scortesia è straordinaria. Come lei ricorderà, ho chiesto educatamente delucidazioni in merito a una questione della quale Lei si è fatto dal primo commento inquieto alfiere. Probabilmente, e ne avesse parlato con animo più sereno non avrebbe adombrato l'idea che ci fosse qualcosa di importante sulla quale soffermarsi, come io ho fatto. Il Suo astio nei confronti non so cosa è certo problematico, ma immagino solo per Lei.
Non ho, ad ogni modo, difficoltà alcuna nel presentarmi. Sono il prof. Giorgio De Luca, antropologo della comunicazione, docente di lettere e filosofia nonché appassionato orientalista. Appartengo al dojo Kama no kai di Catania, del quale forse ha sentito recentemente parlare. In caso contrario, non è affatto importante.
Lei avoca a me un intento polemico, quando di spirito polemico, mi pare, è intriso il suo animo. Ma torno a dire che le Sue questioni personali sono e rimangono solo Sue. Quel che è certo è che, ancora una volta, la mia ignoranza confessa non ha avuto la gioia di poter essere illuminata da alcuna informazione riguardo al tema trattato. Forse, se Lei avesse aspirato realmente a far suo lo stile dei kenshi, sarebbe stato un appagante interlocutore indipendentemente. Peraltro, non creda che io sia particolarmente interessato alle Sue delucidazioni: immagino che un blog così interessante annoveri persone dotate di minore acrimonia e maggiore disponibilità. L'espressione cazzeggiare non è comunque molto elegante, inappropriata ad ogni modo per un kenshi. Credo Lei debba sottoporsi ad un corso di buone maniere, sebbene temo Le risulterà assai arduo raggiungere, al riguardo anche solo un micro-kyu. Infine: Buon Kendo è un espressione beneaugurante così spontanea e non ricercata che non credo possa risultare appannaggio di un "coniatore": se così fosse l'arte della parole sarebbe, come dire...la frutta.
Grazie, Egr. sig. Yama, della Sua innata e superba gentilezza: stia pur certo che se la titolare del presente blog preferirà che io eviti di entrare in questo spazio - al quale mi sono affacciato con cortesia - basterà che mi faccia un qualsivoglia cenno: ha la mia mail e conosce il mio nome, che peraltro ho appena reso pubblico.
A Lei, invece, i miei più sentiti complimenti: spero non pratichi in misura proporzionale all'"eleganza" con la quale si rivolge alle persone.

Un kenshi, mi creda non l'avrebbe mai fatto.

Prof. Giorgio De Luca

ama ha detto...

Ehi, ehi, ragazzi (..ammesso che sia lecito parlare di..."ragazzi" ^___^)... che succede?!
Ci deve essere stato un qualche problema di comunicazione da qualche parte se si è arrivati a questo esito.
Intanto ciao Giorgio (pensa che l'avevo intuito che doc eri tu!). Una piccola confidenza da Toro a Toro.... Yama è uno Scorpione!!!! Non so se questo ti rende l'idea!!!! Combattivo e (consentimi Yama, parlo per mia esperienza, anche di ascendente) ... con un pungiglione avvelenato sempre all'erta.... Gli Scorpioni non perdonano e non dimenticano MAI.
Dopo questa introduzione che trova il tempo che trova, e che vuole stemperare un po' gli animi amari, voglio capire dov'è il punto in cui c'è stato un misunderstanding (che a quanto pare, di recente va molto di moda....). Tanto più che il concetto di scissione per motivazioni di potere piuttosto che di "qualità operativa" è un concetto comune che vede d'accordo sia doc che yama (come lo stesso yama lascia intendere nel suo primo post).
Analizziamo perciò il messaggio di doc (spero che vogliate leggere in questo un intento benevolo di sdrammatizzazione, più che di supponenza nel pretendere di sapere le intenzioni con cui avete commentato, intenzioni peraltro vostre): doc interviene, a mio avviso, in modo garbato per richiedere informazioni.
Forse soltanto l'espressione "possibilmente oggettive" potrebbe lasciar visibile in trasparenza un alone polemico che potrebbe gettare discredito sull'attendibilità di eventuali interventi, o su quello precedente di yama (forse ritenuto troppo "partecipe" in modo soggettivo a causa dell'infelice esperienza narrata).
Parlare poi di scissione di Cik da Fik, poteva far pensare (a torto, come si è rivelato) a doc come di un esponente Fik in disaccordo. Possono essere supposizioni valide?
Ma soprattutto il successivo messaggio ermetico di yama: la frase sembra negare quello che doc definisce un "fatto": "Tra questa CIK e questa FIK non c'è mai stata alcuna scissione." In realtà, il nostro yama, abituato a incastonare singole parole in completi gioielli di significati quali sono le sue poesie, sa bene quanto importante sia il valore della parola. E tutto il significato della frase risiede nel termine "QUESTA". Tra QUESTA CIK e QUESTA FIK non c'è mai stata alcuna scissione. Dietro questa frase c'è un suo concetto (ti va di spiegarlo?) che, non essendo stato espresso in modo esplicito, ha dato luogo a mio avviso, ad un'incomprensione.
Da lì il climax ascendente di mancanza di comunicazione.
Sto cercando di ricucire uno spiacevole strappo tra due valide persone che per eventualità fortuite si sono trovate a scontrarsi, ma che secondo me possono invece dialogare in modo costruttivo (fatti salvi eventuali ascendenti in Scorpione.....)
:-)

Masaru ha detto...

Ciao, Ama, e ciao a tutti.

E' ovvio che il tuo intervento - decisamente da Kenshi - appiani ogni questione.
Lasciami solo sottolineare un punto, che esprimo soprattutto per presentare di me qualcosa che vada al di là dei nomi e dei titoli (che non fanno la persona): sono i kendoka, e non il kendo, a necessitare di organizzazioni. Con ciò intendo sottolineare come ogni organismo associativo possa risultare efficace e fruttuoso SOLO a partire dallo spirito dei loro aderenti. E tale spirito (che nello specifico non può che essere quello...Yamato) è un frutto che va coltivato nel kokoro. Da qui un semplice ma grandioso processo induttivo che permette la realizzazione di ogni grande progetto. Quel che ho espresso è un principio di fondo che, mi pare, lungi dal rappresentare una forma di disimpegno, al contrario chiami me stesso innanzitutto, e poi chiunque altro, a comprendere che è la valida e profonda formazione del singolo individuo in generale (kendoka o altro che sia) a rendere utile e stabile ogni sistema di associazione umana. Differentemente, il singolo si perderebbe nel sistema, anzi addirittura si deresponsabilizzerebbe, demandando al sistema stesso ciò che invece è chiamato a gestire personalmente, dentro di sè. E poi fuori, con le migliori azioni.

Credo molto in quanto ho appena affermato. E lo condivido con Voi perché questo principio è il fondamento della mia esistenza: imperfetta, ma quotidianianamente impegnata nel travaglio delle emozioni, delle sensazioni e delle riflessioni.

A Yama dico solo che spero di incontrarlo presto: sono certo che l'incontro dei nostri mezukè aiuterà il processo di reciproca comprensione e stima preconizzato da Ama.

Con rinnovata cordialità

Giorgio

yama ha detto...

Egregio Professore ,
su un punto ha ragione, ho ferite aperte per aver offerto la mia amicizia e la mia disponibilità, quando accadde che ce ne fosse bisogno, ad esponenti FIK della sua stessa città, o quanto meno della Sua stessa provincia e forse addirittura del Suo stesso dojo, e per esserne stato ricambiato con bugie e col volgare, squallido ed offensivo tentativo di "manovrarmi" a loro piacimento. L'amicizia sincera, quando viene tradita purtroppo lascia strascichi indelebili e forse anche certi preconcetti, lo ammetto, sul modo d'interloquire e di porre domande sul tema "storia del kendo italiano".
Il tono della mia risposta sarebbe stato ben altro se Lei avesse formulato le Sue domande in modo corretto (oggettivo come lo chiama Lei), chiedendo, ad esempio, come mai la CIK è separata dalla FIK e non come mai si è separata dalla FIK.
La scienza che Lei insegna dovrebbe farLe ben comprendere la differenza tra le due forme.
Comunque ribadisco che tra questa CIK e questa FIK non c'è stata alcuna scissione. Primo in quanto la CIK è ed è sempre stato organismo autonomo rispetto alla FIK limitandosi ad accogliere, in origine all'interno delle due associazioni sue componenti, l'AIK e la FeNIKe, singole società, quando non singoli praticanti, che nel corso di più di quindici anni hanno più o meno alla spicciolata lasciato la FIK; secondo perché la CIK di oggi è stata fondata sei anni fa (se non ricordo male) e con la vecchia non condivide più né Statuto né regolamenti né organigrammi; terzo perché anche la FIK non esiste più o per lo meno, non esiste più la FIK qual'era negli anni '80 e poi fin verso la fine degli anni '90.
Non Le illustro i motivi di tutto questo, ed i metodi allora utilizzati quando perfino la sede federale fu spostata da Roma nella sua splendida terra.
Come vede mi sto limitato ai fatti "oggettivi", il resto sarebbe costituito solo da opinioni personali.
Stante questa realtà, quando Lei ha rincarato la dose scrivendo: "E poi mi è parso di capire che la CIK sia una realtà derivata, in un certo momento storico, dalla FIK" ... beh! non ho potuto fare a meno di risentire nelle orecchie il ronzio di quei fastidiosi mosconi il cui concetto di amicizia, come già accennato, è divergente da quello in mio possesso.
Dal mio punto di vista quindi le Sue domande erano frutto di una cattiva informazione, ma se questa dipendeva dall'ignoranza o da volontà provocatoria non potevo dirlo, ma certo è che prima di fare una domanda in pubblico, perché qui siamo in pubblico caro Professore, è buona regola verificarne i presupposti, e, nel dubbio, evitare di prendere posizione su un assunto che può rivelarsi fallace.
Da qui la mia risposta probabilmente aspra, ma schietta.
Con ciò chiudo l'argomento non avendo alcuna intenzione di fare polemiche né con Lei né con chicchessia né tanto meno fare difese d'ufficio di qualsivoglia posizione. Non ho alcuna necessità di discutere della storia del kendo italiano, ne ho un quadro ben preciso avendola vissuta in prima persona dall'85 al '99 nelle file della FIK e successivamente in CIK per cui ho perfetta conoscenza di cos'era la FIK degli anni '80 e primi'90 e di come si trasformò nella seconda metà degli anni '90, ho notizie di cosa è diventata dopo e conosco perfettamente cos'è la CIK oggi.
Circa poi il "cazzeggio" non posso che rammaricarmi per Lei, non sa quanta parte di sollievo può dare all'anima questa modalità di comunicazione capace di scatenare fior d'endorfine, con rispetto parlando ovviamente.

PS: qui si conclude ogni ulteriore comunicazione pubblica tra me e Lei, non foss'altro che per rispetto nei confronti della padrona di casa. Resto a Sua disposizione in privato.
(yama-san@libero.it)

Masaru ha detto...

Egregio sig. Yama (scusi se utilizzo ancora il Suo nick, ma non sono riuscito - causa la mia imperizia informatica - a trovare il Suo nome),

purtroppo sono costretto a un ultimo intervento, e non per mancanza di rispetto, né verso di Lei e men che meno verso la comune, gentile e notevole Padrona di Casa. Semplicemente, alcuni nodi "pubblici", per così dire, è in pubblico che vanno sciolti.

Ma, come vedrà, sarà cosa molto rapida e leggera.

Purtroppo la non voluta chiarezza nei miei quesiti iniziali dipende da ignoranza pura sull'argomento. Una ignoranza così assoluta da non essere stata neanche deviata da scorrette informazioni provenienti da qualunque parte esse potessero giungere.

Mi rammarico sinceramente per le esperienze da Lei patite, e so, in generale, quali malesseri circostanze del genere possano produrre in chi è sensibile e vigile rispetto al valore delle cose. Le garantisco tuttavia - ma Lei, certo, faccia della mia garanzia quel che crede - che nel dojo Kuma no kai si parla poco e si lavora molto: riguardo alla tecnica, allo spirito e all'umanità di questa disciplina che, dopo veramente tante altre arti marziali esperite, per lo specifico della mia persona rappresenta l'acme.

Insomma, si dimostra ancora una volta quanto l'ignoranza (la mia) possa generare equivoci. Solo per questa ragione, preso dal dubbio nato dalla lettura del suo iniziale commento, ho arrischiato la domanda.

Il riferimento poi all'oggettività, mi creda, nasceva solo da una consapevolezza generale: che chi è molto "preso" da determinate questioni (e Lei mi aveva dato questa impressione, probabilmente errata) inconsapevolmente delinea i fatti in maniera soggettiva. sarebbe stato comunque umanamente del tutto comprensibile.

Auguro dunque a Lei e a tutti coloro i quali ci credono un Buon Kendo, ma non prima di aver ricordato ufficialmente che - non so dove e non so quando - ma CERTAMENTE questa formula beneaugurante ha ricevuto un legittimo copyright...! ;-)

un abbraccio di simpatia

yama ha detto...

Non ho alcuna difficoltà ad accettare la sua parola e mi rammarico che un equivoco iniziale abbia impedito una più serena discussione quindi BUON KENDO sia, senza alcuna rivendicazione di copyright :))

Ho molto apprezzato quello che ha scritto sul kendo, su ciò che vi ha trovato in termini di "spirito ed umanità", sono in grado di comprendere molto bene le sue parole e per questo mi permetto di suggerirle, qualora non lo avesse già fatto, di considerare la possibilità d'intraprendere anche la via dello iaido, coronamento a parer mio ideale di ogni personale percorso sulla via della spada.

Consideri ricambiato pienamente il suo abbraccio di simpatia.

Carlo Sappino
furinkazan dojo
savona

Masaru ha detto...

Caro Carlo,

pratico anche Iaido. Anzi, a dirla tutta, trovo che esso rappresenti l'imprescindibile parte meditativa di quell'azione - comunque spirituale, ma dinamica - che viene espressa dal e nel kendo.

Come ho avuto modo di riferire ad Amalia in altro contesto, la percezione che ho del kendo mi suggerisce che esso sia, in microscala, la rappresentazione del confronto tra le opposte forze danzanti del cosmo, le quali si ripropongono poi, in ogni essere umano, sia a livello spirituale che materiale.

Dal confronto energetico cui si da vita sul tatami, poi, la realistica rappresentazione cosmica prende vita, ed il cozzare dei kendoka, il loro sublime e raffinato confronto, la ricerca della perfezione in una concreta forma di impermanenza che riduce il dominio della mente per dare libertà d'azione alle capacità operative dello spirito, richiamano, nelle forme e nei contenuti, proprio quelle dinamiche celesti, il cui obiettivo finale è l'equilibrio assoluto.

Non è semplice dar corpo verbale a sensazioni e a idee che, formandosi nell'anima, generano inesplicabili sensazioni.

Miseramente, ci ho provato.

Sono invece certo, caro Carlo, che tu ed io ci incontreremo presto: un pezzo molto consistente della mia famiglia, infatti, è di Savona. Io stesso ho vissuto per un certo periodo nella tua città, che ho sempre amato come mia per ragioni che puoi immaginare, e le cui caratteristiche mi infondono una familiare senso di serenità.

Appena su, col tuo permesso, verrò a trovarti presso il tuo dojo. E scusa se sono passato al tu, ma...il "lei" lo riservo solo agli estranei o agli antagonisti. Non mi pare più il caso.

Un abbraccio a te e a tutti.

E un bacio ad Amalia.

Giorgio

ama ha detto...

Sono molto felice dell'esito del vostro confronto!

....Questo sì che è kendo...!

;-)